Madre Teresa di Calcutta tra i giovani del Quadraro
Luglio 1978, la visita della fondatrice delle Missionarie della Carità alla parrocchia Santa Maria del Buon Consiglio
«Sorridete, sorridete ai vostri fratelli, sorridete a tutti. Il sorriso è il segno della gioia. Un cuore gioioso è il sole dell’amore di Dio. Un ragazzo gioioso è la speranza della felicità eterna». Accolta da un lungo e caldo applauso, mentre un coro di bambini intonava la prima strofa del Magnificat, madre Teresa di Calcutta, l’umile fondatrice delle Suore Missionarie della Carità, in un caldo pomeriggio di giugno, ha fatto il suo ingresso nella Chiesa di S. Maria del Buon Consiglio al Quadraro, raccogliendo l’invito che le era stato rivolto dai gruppi giovanili di AC e di ACRagazzi della parrocchia, animati dal viceparroco don Angelo Minetti.
La gente del Quadraro conosce le suore di Madre Teresa perché sono presenti da alcuni anni all’Acquedotto Felice dove, costruita una baracca come le tante, vivono fra i più poveri e fra gli zingari che si sono fermati al margine della borgata. Avvolta come sempre da un candido sari Madre Teresa, seduta in un banco in mezzo ai bambini, era venuta per ricevere personalmente il frutto dell’attività missionaria della Parrocchia che quest’anno si è impegnata con una grande partecipazione degli adulti ma soprattutto dei ragazzi e dei giovani.
Ogni bambino ha ricevuto un piccolo salvadanaio, ha sacrificato qualcosa per altri bambini meno fortunati. Tutti i bambini di ACR hanno fatto dei lavori con le proprie mani per allestire una mostra che si è conclusa con un’asta-spettacolo tipo «Portobello», raccogliendo oltre tre milioni. La celebrazione eucaristica presieduta dal Vicegerente, Mons. Giovanni Canestri, che ha avuto parole di apprezzamento per tutti. «Ragazzi – ha detto rivolgendosi visibilmente commosso ai più giovani – questa è una celebrazione straordinaria per la vostra presenza: questo concorso così massiccio anche in un giorno feriale indica la sensibilità della vostra parrocchia per la dimensione missionaria della Chiesa».
Dopo il Vicegerente ha portato il saluto della comunità di fede del Quadraro un giovane di AC. All’omelia Mons. Canestri ha detto: «Non dimentichiamoci mai questo: saremo giudicati sull’amore che avremo avuto per i nostri fratelli; il nostro dovere è dare da mangiare a chi ha fame, visitare chi è in carcere senza mai chiedere di che religione sia o che cosa abbia fatto». Concludendo Mons. Canestri ha poi auspicato che l’invito missionario della celebrazione sia raccolto da qualcuno tra i giovani presenti.
Al termine della celebrazione Madre Teresa si è incontrata con i fedeli in una sala della parrocchia dove tutti l’hanno attorniata con grande affetto. Non poteva essere migliore conclusione dell’impegno missionario che ha tenuto impegnata per mesi tutta la comunità ecclesiale di S. Maria del Buon Consiglio, il Parroco Mons. Guglielmo Cerquitella e i sacerdoti suoi collaboratori.
Non si può provvedere ai bisogni dei più poveri tra noi, dei più soli, degli anziani, degli emarginati, degli ammalati, dell’educazione dei nostri ragazzi, se non si guarda a coloro che vivono in maniera drammatica in paesi meno ricchi del nostro.
Questa la breve intervista rilasciata da Madre Teresa di Calcutta ai giovani del Quadraro redattori del periodico «Impegno» dei gruppi giovanili della Parrocchia di S. Maria del Buon Consiglio
Perché Madre Teresa, lei, come missionaria cattolica ha messo nel suo programma queste parole «Tutto per Gesù?»
Perché Gesù ha detto «io avevo fame, io ero nudo, io ero senza casa, io ero malato, io ero in carcere, e l’avete fatto a me»! Ed anche perché Gesù ha detto: «Io sono il pane che dà la vita e chiunque mangia il mio corpo, la mia carne, e beve il mio sangue vivrà per sempre». Gesù sotto forma di pane e Gesù nell’aspetto penoso del povero è Gesù vivente in mezzo a noi. E io amo Gesù e noi amiamo Gesù e vogliamo servirlo in questo modo «fare tutto per Gesù».
Perché e quando ha deciso, Madre Teresa, di essere la fondatrice e la madre delle suore di Carità?
Circa 30 anni fa Gesù mi chiamò. Ero religiosa in un’altra congregazione. Fu una chiamata nella chiamata.
Tutta la sua vita è stata a disposizione dei poveri?
Non soltanto questi ultimi 30 anni da quando ho dato la mia parola a Gesù di servire i poveri tra i più poveri, dei non desiderati, degli abbandonati, dei moribondi che nessuno ama, che nessuno cura.
Che cosa ha provato davanti al primo lebbroso?
Quando mi sono trovata davanti al primo lebbroso nella strada, sono andata via. Perché non ho avuto il coraggio di avvicinarlo. M apoi mi sono accorta che era Gesù che avevo lasciato lì senza curarlo. Allora sono ritornata indietro, l’ho preso e l’ho fatto venire nella nostra casa, nel nostro centro.
Noi tutti abbiamo vissuto la tragedia di Aldo Moro. Di fronte a questi avvenimenti che ancora dopo 2000 anni dall’Ascensione di Gesù insanguinano la terra, cosa risponderebbe a quelle persone che dicono che chiunque fa il male va ripagato con il male?
Il Santo Padre ha già dato la risposta: No alla violenza; Si alla Pace. Anche Gesù è morto per fare riparazione ed ha detto «Perdonali perché non sanno quello che fanno». è per questo motivo che Gesù è nell’Eucarestia. Perciò noi abbiamo bisogno della Santa Comunione per essere capaci di perdonare edi amare.
Cosa direbbe come incoraggiamento ai ragazzi del Quadraro?
Prima di tutto Pregare! Dalla preghiera noi riceviamo sempre il frutto di essa: credere, aver fede. E il frutto della fede è l’amore e il frutto dell’amore è il servizio. Perciò è necessario che noi preghiamo nella nostra casa, con gioia, nella nostra famiglia perché la famiglia che prega insieme rimane unita. Noi abbiamo bisogno di sacrificio e di gioia.
La gioia di amare Gesù, la gioia di fare tutto per Gesù, la gioia di servirlo 24 ore nel povero. è la via più semplice e più facile è di sorridere sempre. Quando andate a casa sorridete ai vostri genitori, ai vostri fratelli e alle vostre sorelle, sorridete ad ognuno che incontrate. Questa è la gioia. Perché un ragazzo gioioso, un cuore gioioso è il sole dell’amore di Dio. Un ragazzo gioioso è la speranza della felicità eterna. Un ragazzo gioioso è la fiamma bruciante dell’amore di Dio nel Mondo. (Pina Cossu)
9 luglio 1978