Macerata, solidarietà di Sant’Egidio con le vittime: delegazione visita i feriti

«Abbiamo voluto esprimere vicinanza e solidarietà a chi, dopo esser fuggito da guerre e violenze, è stato colpito in modo vile e disumano nel nostro Paese», hanno dichiarato dopo l’incontro

Una delegazione della Comunità di Sant’Egidio ha visitato oggi, 5 febbraio, all’ospedale di Macerata le donne e gli uomini di origine africana, feriti durante il raid razzista. «Abbiamo voluto esprimere vicinanza e solidarietà a chi, dopo esser fuggito da guerre e violenze, è stato colpito in modo vile e disumano nel nostro Paese», hanno dichiarato dopo aver incontrato le vittime. «Parlando con i feriti e i loro amici in ospedale, abbiamo colto la paura che il disprezzo e l’odio possano portare a nuove aggressioni. Occorre garantire la sicurezza a chi, straniero, vive nel nostro paese, perché simili atti violenti e razzisti non si ripetano più».

Partecipando alla manifestazione spontanea nel centro di Macerata, la delegazione della Comunità ha quindi incontrato alcuni dei cittadini che ieri hanno assistito al raid, constatando lo sgomento di chi, in poche ore ha visto le strade solitamente tranquille della sua città trasformarsi in un luogo di terrore. Per il presidente della Cei Gualtiero Bassetti, «bisogna dire no alla xenofobia, al rancore sociale e agli “imprenditori della paura”: dobbiamo unire l’Italia, “ricucire” le nostre comunità. In nome di Dio invochiamo sobrietà, pace e dialogo».

Bassetti lo ha detto a Catania, nel corso
dell’omelia pronunciata durante il pontificale per la festa di sant’Agata, patrona della. Riferendosi al martirio di sant’Agata, Bassetti ha osservato che «la nostra vita a volte sembra rotolare su carboni ardenti, che la feriscono, la consumano e la deturpano della sua bellezza. Al tempo stesso – ha aggiunto – l’aria paganeggiante che spesso respiriamo ci invita, a volte anche in maniera pressante, ad incensare e venerare i vari dèi del pantheon odierno, tra i quali il nostro io. Ciò – ha spiegato il cardinale – significa perdere la libertà e divenire schiavi di idoli che ci illudono di renderci felici mentre, lentamente, ci strappano dalle nostre radici cristiane, rendendoci deboli, fragili e soli».

 

5 febbraio 2018