Lutto cittadino per Marco, il bimbo morto in metro

Questa mattina, 13 luglio, il funerale laico, in forma privata, al Tempietto egizio del Verano. La città si ferma: bandiere a mezz’asta e minuto di silenzio

Questa mattina, 13 luglio, il funerale laico, in forma privata, al Tempietto egizio del Verano. La città si ferma: bandiere a mezz’asta e minuto di silenzio

Si è svolto questa mattina, lunedì 13 luglio, alle 9.30 al Tempietto egizio del Verano il funerale laico del piccolo Marco, 4 anni, morto lo scorso giovedì precipitando nella tromba dell’ascensore della fermata Metro di Furio Camillo. Il rito, in forma privata e chiuso alla stampa per espresso volere della famiglia, ha avuto un’unica presenza istituzionale: quella del sindaco Ignazio Marino, la cui presenza è stata richiesta dai genitori di Marco, che con lui avevano trascorso diverso tempo già nel pomeriggio di giovedì.

Intanto per la giornata di oggi ha proclamato il lutto cittadino: bandiere a mezz’asta in tutti gli uffici di Roma Capitale, nelle società, aziende, istituzioni e fondazioni che fanno capo al Campidoglio. Anche alle istituzioni culturali e musicali cittadine viene chiesto di rispettare un minuto di silenzio prima dell’inizio di ogni rappresentazione e spettacolo, mentre l’intera cittadinanza, le organizzazioni sociali e produttive sono state invitate da Marino a partecipare al lutto nelle forme ritenute più opportune. Amministratori e dipendenti del Campidoglio hanno osservato un minuto di raccoglimento, alle ore 9.30, in memoria del piccolo Marco.

In attesa del funerale, sabato sera in tanti si sono raccolti in una fiaccolata davanti all’ascensore dove è avvenuto l’incidente e dove per tutto il giorno sono stati lasciati fiori, messaggi, peluche e candele. Accompagnati spesso dalla preghiera e dal silenzio. Nessuna rabbia per l'”errore umano” che, al momento, ha il nome e il volto disperato di Flavio Mezzanotte, l’addetto dell’Atac che ha tentato la manovra «non codificata» per trarre in salvola madre e il bimbo intrappolati per 20 minuti nell’ascensore, e che è al momento iscritto nel registro degli indagati, insieme ai due vigilantes Italpol, per per concorso in omicidio colposo.

Dalla mamma del piccolo nessuna denuncia: «Non ce l’ho con lui», ha dichiarato. La manovra tentata per aprire l’ascensore infatti, che l’assessore Improta ha definito «un eccesso di generosità», è avvenuta nel tentativo di accelerare l’intervento, dato che gli addetti alla manutenzione non arrivavano. «Lì dentro – ha raccontato al suo avvocato, Valentina Chianello, dall’ospedale San Giovanni dove è ancora ricoverato sotto choc – c’era una sofferenza incredibile e le persone bloccate nell’ascensore erano già in preda al panico». In quel momento, ha rilevato, «è difficile pensare. Quando c’è una persona intrappolata in un ascensore, non mi sto a chiedere quali sono le mie mansioni e in che ruolo mi trovo. Non potevo aspettare».

13 luglio 2015