Lumsa, gli 80 anni con Francesco

Inaugurazione dell’anno accademico in Aula Paolo VI. Il rettore Bonini: «Una proposta formativa con tre direttrici: economia civile, umanesimo e benessere»

Un ideale grande abbraccio donato a Papa Francesco per ricevere da lui un incoraggiamento per il futuro, celebrando insieme il passato in occasione di un traguardo importante. Così giovedì mattina, 14 novembre, studenti, ricercatori, docenti, personale e laureati dell’Università Lumsa (Libera Università Maria Santissima Assunta) vivranno in Aula Paolo VI l’udienza privata riservata loro dal pontefice in occasione degli 80 anni dalla fondazione dell’ateneo di ispirazione cattolica. La speciale mattinata sarà anche l’occasione per inaugurare il nuovo anno accademico 2019-2020. «Un incontro che sicuramente ci darà la forza di guardare oltre i limiti e proseguire con coraggio e determinazione nel nostro compito educativo volto a formare uomini e donne nei quali la cultura umanistica porti a mettere al centro la persona», spiega il rettore Francesco Bonini.

È la dimensione del servizio a risultare centrale, aggiunge il rettore che dal 2014 guida il più antico ateneo romano dopo la Sapienza, «proprio guardando anche a Papa Francesco, al suo insegnamento sociale e culturale centrato su un’idea di apprendimento che contribuisca sempre più alla diffusione e alla costruzione del bene comune». In questo senso, continua, «la nostra realtà è ben riconoscibile, e non solo nel contesto cattolico, per la proposta formativa dottorale caratterizzata da tre assi direttrici quali l’economia civile, l’umanesimo contemporaneo e il benessere delle persone e delle organizzazioni».

Fondata nell’ottobre del 1939 dalla venerabile Luigia Tincani, pedagogista e filosofa, e dal cardinale Giuseppe Pizzardo, l’Università Lumsa alle origini aveva solo la facoltà di Magistero, con l’obiettivo di rendere più facile l’accesso agli studi universitari delle religiose chiamate ad insegnare nelle scuole cattoliche, insieme a quello di contribuire a una formazione intellettuale e umana libera dai condizionamenti ideologici del tempo. Tra gli anni Sessanta e Settanta conosce un crescente sviluppo nel corpo studentesco, anche grazie all’ammissione di studentesse laiche, così come nell’ampliamento dei corsi offerti. Nel 1989, in occasione del piano di sviluppo delle università italiane, si trasforma in Libera Università, offrendo quindi una pluralità di corsi di laurea. È tra i primi atenei italiani ad attivare, nell’ambito della facoltà di Lettere, i corsi di Scienze della comunicazione e di Giornalismo. A questi si aggiungono via via quelli di Giurisprudenza, Scienze politiche, Economia e Psicologia. Particolare attenzione rimane riservata all’ambito della pedagogia e della didattica, con riferimento anche all’educativo extrascolastico e a tutto il comparto dei servizi sociali.

Alla fine degli anni Novanta, poi, aprono i poli di Taranto e Palermo, che «rappresentano un investimento – tecnologico e di relazioni umane – teso a favorire dinamiche di sviluppo sostanziale della persona e della comunità nelle aree del Mediterraneo che presentano anche situazioni di emergenza sociale», evidenzia Bonini. Per il futuro, il rettore auspica «di continuare a lavorare con responsabilità con i corsi di laurea storici, sviluppando quelli di Scienza dei dati e di Informatica che inauguriamo con questo nuovo anno accademico».

12 novembre 2019