Lotta alla povertà, Poletti si sbilancia: creeremo un unico fondo

Il ministro del Welfare promuove il Reddito di inclusione sociale proposto da Alleanza contro la povertà. Risorse aggiuntive «nella legge di stabilità»

Il ministro del Welfare promuove il Reddito di inclusione sociale proposto dall’Alleanza contro la povertà. Le risorse aggiuntive? «Le cerchiamo nella legge di stabilità»

«Mi iscrivo al club di quelli che pensano che il Reis (Reddito di inclusione sociale) è una buona proposta e che è arrivato il tempo delle scelte: la scelta del governo è quella di costruire un Piano di medio periodo di contrasto alla povertà che definisca in tempi brevi gli strumenti, gli obiettivi e il quadro delle risorse necessarie per realizzarlo». Il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti risponde alle sollecitazioni dell’Alleanza contro la povertà nell’incontro svoltosi il 20 maggio e manifesta interesse ed apertura verso la proposta dell’istituzione di un Piano nazionale di contrasto alla povertà assoluta: c’è condivisione sui punti essenziali – l’universalità della misura, anzitutto -, c’è l’impegno a realizzare l’infrastruttura necessaria, c’è l’idea di far convergere verso questo strumento tutte le risorse già disponibili e c’è l’impegno a fare il possibile per trovare, nella prossima legge di stabilità, le risorse aggiuntive necessarie per mettere in piedi uno strumento «decoroso».

Certo, ancora una volta i tempi non sono immediati, ancora una volta i verbi vengono coniugati al futuro e non al presente indicativo, ma almeno a parole c’è la consapevolezza che la decisione vada assunta in tempi brevi: questo Piano contro la povertà «entro la legge di stabilità – dice il ministro – dobbiamo decidere se farlo o non farlo; stavolta non possiamo scansare la questione, dobbiamo dire sì o no. Io sono convinto che bisogna farlo. La nostra scelta – dice Poletti nella parte centrale del suo intervento di fronte ai rappresentanti delle 33 sigle che compongono l’Alleanza contro la povertà – è costruire un piano di medio periodo di contrasto alla poverta che definisca gli strumenti, gli obiettivi e il quadro delle risorse necessarie: dentro questo quadro vogliamo orientare in modo coerente tutte le risorse che siamo in grado di mettere. No a fondi differenti con strumenti differenti, ma tutte le risorse disponibili in un unico strumento», che all’insegna di razionalità ed efficienza, dice Poletti, funziona certamente meglio. Ciò detto, siccome «anche se mettiamo tutte le risorse del Pon Inclusione, della sperimentazione del Sia, del Fead e tutto il resto, non abbiamo comunque risorse sufficienti per fare decorosamente un’azione di contrasto alla povertà, il Paese deve decidere di dare uno stock ulteriore, deve pensare a risorse aggiuntive»: questo tema «ce l’abbiamo davanti ed entro la legge di stabilità dobbiamo decidere se farlo oppure no, non possiamo scansarlo, e io credo che dobbiamo farlo».

21 maggio 2015