Lorena D’Alessandro e Arnaldo Canepa verso l’onore degli altari

Autorizzati i decreti sulle virtù eroiche dei due laici romani. Il filo conduttore: l’impegno per i ragazzi, che Lorena ha vissuto nonostante il tumore, di cui è morta a 16 anni «senza mai esserne vittima. Era la gioia fatta persona», la ricordano. L’intuizione di Canepa: il Centro oratori romani

Sono venerabili i laici romani Arnaldo Canepa, fondatore del Centro oratori romani, e Lorena D’Alessandro, che non si è mai arresa alla malattia, un tumore che la portò alla morte a soli 16 anni, vivendo le sue sofferenze in comunione con Gesù. La promulgazione dei decreti riguardanti le virtù eroiche dei due servi di Dio sono stati autorizzati da Papa Francesco sabato 20 maggio durante l’udienza al cardinale Marcello Semeraro, prefetto del dicastero delle Cause dei santi. Riconosciuto anche il martirio di don Giuseppe Beotti, ucciso dai nazisti il 20 luglio 1944, e che sarà quindi presto beatificato, e le virtù eroiche di altri sei Servi di Dio: i sacerdoti Simon Mpeke, camerunense, e Pedro de la Virgen del Carmen, spagnolo; suor Edda Roda, dell’Istituto delle Suore Cappuccine di Madre Rubatto, e suor Tereza Margarida do Coração de Maria, dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi; il seminarista Guido Vidal França Schäffer e la laica Maria Cristina Ogier, ispiratrice del primo Centro di Aiuto alla vita.

L’iter per la causa di canonizzazione di Canepa è stato avviato esattamente 30 anni fa, il 26 maggio 1993, dall’allora cardinale vicario Camillo Ruini. La notizia della promulgazione del decreto che lo rende venerabile è stata accolta con «grande gioia» dai catechisti e dai soci del Centro oratori romani (Cor). Per il presidente David Lo Bascio, la Chiesa indica la vita di Arnaldo Canepa «come un passaggio luminoso della storia». Nato a Roma il 24 settembre 1882, dedicò la sua vita alla fondazione e alla direzione di oratori per ragazzi. Ancora oggi i suoi insegnamenti sono un «esempio per chi si spende “eroicamente” nel servizio dei più piccoli – afferma Lo Bascio -. Noi catechisti di oratorio siamo grati al Signore per essere stati raggiunti, chissà per quale disegno della Provvidenza, da questa testimonianza di fede, di annuncio, di carità». Una missione che iniziò nel 1924 nella periferia del Quadraro, all’epoca molto disagiata, dove Canepa, con altri laici, allestì un capannone per facilitare la frequenza al catechismo per i giovani della zona. Sempre al Quadraro, nel 1928, diede inizio al primo oratorio. Nel 1943 fondò la “Federazione oratori romani”, poi chiamata “Centro oratori romani”, che lanciava l’idea di organizzare l’attività dell’oratorio in festiva, quotidiana, mensile e ricreativa. Una metodologia che si diffuse in molte parrocchie della diocesi. La società odierna, riflette Lo Bascio, necessita «con urgenza di figure laicali capaci di coraggio, di costanza e di un cuore buono che le renda credibili». La attività e l’impegno di Canepa nell’educazione cristiana dei bambini, «finora forse troppo circoscritta all’esperienza del Cor – afferma ancora Lo Bascio -, diviene oggi dono per l’intera comunità diocesana come modello originale di laico e catechista e proposta alla città di Roma, affinché il mondo veda ancora come Dio lo ha amato, tramitei suoi testimoni». Morì a Roma il 2 novembre 1966.

Catechista è stata anche Lorena D’Alessandro, che nella parrocchia di Nostra Signora di Częstochowa era impegnata nella preparazione dei bambini della prima comunione. Nata a Roma il 20 novembre 1964, a soli dieci anni le venne riscontrato un tumore alla tibia sinistra. Sottoposta a trapianto osseo, la malattia ricomparve due anni dopo e i medici furono costretti ad amputarle la gamba. Nonostante le sofferenze fisiche, Lorena «era la gioia fatta persona, aveva un sorriso radioso» ricorda Nadia Vincenzi, presidente dell’associazione “Amici di Lorena”. Le due ragazze si erano conosciute nel 1979. Entrambe 15enni, frequentavano lo stesso gruppo di catechiste. Lorena «non è mai stata vittima della sua malattia, non ha mai ceduto allo sconforto», prosegue Vincenzi, che oggi, con gli occhi di un’adulta e il suo quotidiano rapporto con i ragazzi in qualità di insegnante, si dice ancora «colpita» dal modo in cui l’amica d’infanzia «sia riuscita ad accettare il suo handicap e ad aprirsi al prossimo. Gli adolescenti di oggi si abbattono per molto meno. Lorena, invece, ha avuto una forza straordinaria». Iscritta al liceo classico “Pilo Albertelli”, la ragazza legò con Rossana, una delle compagne di classe. Grande la «gioia» di sapere Lorena tra i nuovi venerabili. «Io l’ho sempre sentita vicina – racconta -, un angelo che mi ha guardato e protetto sempre». Dell’amica, Rossana ricorda in modo particolare «la generosità, il desiderio di donarsi agli altri, la grande attenzione verso le esigenze di tutti». Oltre alle confidenze di due adolescenti, condividevano «con grande gioia le esperienze spirituali. Innamorata di Gesù, ha vissuto eroicamente la sua malattia senza mai lamentarsi». Lorena è morta a Roma il 3 aprile 1981, all’età di sedici anni.

22 maggio 2023