L’oratorio, «tesoro inestimabile per la Chiesa»

Il vescovo Gervasi all’Ores Day, la presentazione del progetto diocesano degli oratori estivi. Don Tedesco (Pastorale giovanile): «Mettete a frutto il talento»

«Vieni con noi, insieme a noi, e scoprirai che in te, dentro di te, brilla un tesoro prezioso. Il più bello che c’è». È il ritornello dell’inno che risuonerà negli oratori estivi romani. Composto dalla Santa Silvia Band, vincitrice del contest lanciato alle band della diocesi, ha per titolo “Il tesoro che è in te (Vieni con noi)”, in linea con il tema dell’Ores 2024: “L’isola del tesoro”. Sabato 11 maggio, durante l’annuale Ores Day, è stato presentato in anteprima accompagnato da una coreografia ideata dagli animatori della parrocchia di San Giovanni Leonardi. L’evento, dedicato alla presentazione del progetto diocesano degli oratori estivi, è stato promosso dal Servizio per la pastorale giovanile, coordinato dal Centro oratori romani (Cor), realizzato con l’Azione cattolica dei ragazzi (Acr), l’Agesci Lazio e l’Anspi Roma.

All’appuntamento, svoltosi nella parrocchia di Santa Francesca Romana all’Ardeatino, hanno partecipato circa duecento giovani animatori tra i 13 e i 20 anni provenienti da tutte le parrocchie di Roma, con una forte rappresentanza dal settore est. Tra loro anche una delegazione di liceali dalla diocesi di Tempio-Ampurias in Sardegna. I giovani hanno trascorso un pomeriggio di festa e formazione partecipando a workshop di teatro, attività manuali, giochi, catechesi e celebrazione. Un workshop specifico è stato dedicato ai responsabili dell’oratorio, sacerdoti e laici, per approfondire il loro ruolo e le sfide da affrontare. Un momento speciale è stato riservato alla preghiera e al conferimento del mandato agli animatori, presieduto dal vescovo ausiliare Dario Gervasi, delegato per l’ambito per la Cura delle età e della vita.

Il presule, agganciandosi anche al tema di questa edizione, ha definito l’oratorio «un tesoro inestimabile per la Chiesa italiana, come sottolinea anche Papa Francesco, definendolo uno dei punti di forza della pastorale». Tra le sue mura, ha osservato, si realizza un’opera preziosa perché «avvicina i bambini e i ragazzi alla comunità e al Signore. L’oratorio diventa un luogo dove sperimentare un modello di vita autentico, basato sullo stare bene insieme, sul ricongiungersi e sulla gioia di giocare “sotto l’ombra del campanile”, ovvero sotto la protezione del Signore».

La numerosa partecipazione dei ragazzi e il loro desiderio di servizio «dimostrano la bellezza del loro animo e la loro capacità di responsabilità verso i più piccoli», le parole di Gervasi per il quale «il mandato della Chiesa conferisce all’oratorio un valore ancora più profondo. C’è una chiamata, un mandato che spinge questi ragazzi a dedicarsi ai più piccoli». Dopo aver letto il brano del Vangelo nel quale è raccontata la parabola del mercante e della perla preziosa, don Alfredo Tedesco, direttore dell’Ufficio per la Pastorale Giovanile di Roma, ha ricordato ai ragazzi che le vere perle preziose sono le loro storie, le loro vite e quelle dei bambini che saranno loro affidati. «La vostra luce, unita a quella degli altri, può illuminare quartieri, relazioni e generare un cambiamento profondo – ha detto -. Mettete a frutto il talento che ognuno possiede. Gesù parla ad ognuno di noi e spetta a noi ascoltare e tradurre le sue parole in azioni concrete».

Per Stefano Pichierri, presidente del Cor, i ragazzi «vogliono fare servizio in maniera qualificata. Per questo motivo, la formazione è il passaggio focale per animare l’Ores». Gli animatori che hanno curato la giornata hanno dedicato un anno di lavoro in diocesi, seguendo un programma di formazione con esperti di pastorale giovanile. «Il loro obiettivo – ha aggiunto – è quello di trasmettere ai nuovi animatori le competenze e gli strumenti necessari per svolgere al meglio il loro ruolo e per accompagnare i bambini a un vero incontro con Gesù». Anche per Fabrizio Lo Bascio, coordinatore del Centro studi pastorali “Arnaldo Canepa” del Cor, è necessario puntare su «una maggiore formazione e sensibilizzazione degli animatori. Se non si presta attenzione a questo aspetto c’è il rischio che l’ampliamento dell’offerta dei servizi comprometta l’identità educativa dell’oratorio».

Per Maria, 15 anni, della parrocchia San Gaspare del Bufalo, si è trattato del primo Ores Day anche se è animatrice da un paio di anni. «In oratorio – racconta – ho imparato la versatilità dei rapporti relazionandomi con i bambini piccoli, con gli adolescenti e gli animatori più grandi di me». Ha coinvolto la sua compagna di scuola Elena, per la quale l’oratorio è «sicuramente un luogo sano dove puoi conoscere e confrontarti con altri ragazzi della tua età, fare nuove esperienze, responsabilizzarti».

13 maggio 2024