L’oratorio, luogo di «paternità e maternità verso i ragazzi»
Presieduta dal cardinale Semeraro la Messa di apertura dell’anno pastorale del Cor, al Buon Consiglio. Il presidente Lo Bascio: «Realtà che ha la fisionomia del lievito»
Oratorio e servizio alla Chiesa al cuore, ieri sera, 7 novembre, della solenne celebrazione per l’apertura del nuovo anno pastorale del Centro oratori romani (Cor), presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del dicastero per le Cause dei santi, nella parrocchia di Santa Maria del Buon Consiglio, al Quadraro. Semeraro ha citato nella sua omelia le parole di alcuni Papi sull’oratorio, da Paolo VI a Giovanni Paolo II, ricordando il suo incontro con questa esperienza pastorale al suo ingresso come vescovo nella diocesi di Albano. «L’oratorio è l’espressione privilegiata dell’amore della Chiesa per i giovani, per i suoi figli più bisognosi di affetto», ha sottolineato il cardinale usando l’espressione di Paolo VI. E ancora: «L’oratorio è un ponte fra Chiesa e strada», le parole prese a prestito da Giovanni Paolo II. «Vi invito ad attraversare questi ponti per incoraggiare le nuove generazioni – ha suggerito il porporato ai catechisti del Cor e ai soci effettivi che in questa occasione hanno rinnovato la loro promessa annuale di servizio alla Chiesa -. Possiate essere sempre ponti per loro, per introdurli nella vita vera».
La riflessione sul ruolo dell’oratorio nella pastorale delle comunità parrocchiali ha attraversato l’intera omelia del cardinale, a cominciare dal ricordo del servo di Dio Arnaldo Canepa, fondatore del Cor, che proprio nella parrocchia del Quadrari aprì il suo primo oratorio. «Due sono gli elementi che devono sempre segnare la vita dell’oratorio – ha sottolineato Semeraro -: la passione per l’annuncio del Vangelo e per le nuove generazioni e il ricordare che non è mai fine a sé stesso ma deve essere orientato alla vita cristiana della comunità, attraverso una paternità e una maternità nei confronti dei ragazzi».
Lo ha evidenziato anche il presidente Cor David Lo Bascio, portando al cardinale il saluto dell’associazione, all’inizio della Messa. «L’oratorio è quel meraviglioso campo in cui quest’opera, ancora oggi, si compie – ha affermato -; ed è così perché lo Spirito l’ha suscitata nella storia della Chiesa e attraverso i suoi santi testimoni giunge fino a noi. E lo Spirito sempre la rinnova, rendendola viva e vera per il presente. Per acquistare quel campo, come nella parabola del Vangelo, noi catechisti del Cor abbiamo venduto tutto, riconoscendo il tesoro che ogni oratorio nasconde e che attende di essere rivelato ai più».
Durante la celebrazione, a cui hanno partecipato vari sacerdoti e numerosi catechisti, due nuovi soci, Generoso Simeone e Roberta De Santis, hanno per la prima volta espresso con la promessa la loro volontà di servire la Chiesa di Roma nella comunità dei catechisti del Cor. Un servizio che svolgono rispettivamente nella parrocchia di Sant’Aurea a Ostia, anche come diacono permanente, e nell’oratorio di Columella City al Quadraro, inseriti come tanti altri giovani e adulti nel servizio ai più piccoli e nella promozione della pastorale oratoriana fra le parrocchie romane. Una realtà, quella del Cor, «che ha la fisionomia del lievito – ha osservato ancora Lo Bascio -: tutto sommato piccola, se guardiamo alle dimensioni e alla complessità della città che viviamo, ma ricca di desiderio e di passione, fatta di giovani – e qualcuno meno giovane – che con dedizione si spendono per annunciare Gesù ai più piccoli e testimoniare che la “vita buona” del Vangelo è possibile, bella, auspicabile, affinché tutta la pasta fermenti».
8 novembre 2022