L’omelia del cardinale Vallini al pellegrinaggio regionale ad Assisi

Pubblichiamo il testo integrale dell’omelia pronunciata dal cardinale Vallini sabato 4 ottobre, nella Messa presieduta ad Assisi per il pellegrinaggio delle Chiese del Lazio in occasione della festa di san Francesco

 

Fratelli e Sorelle!

 

  1. Abbiamo pregato nella orazione di questa Messa: “O Dio, che in San Francesco hai offerto alla tua Chiesa una viva immagine di Cristo, concedi a noi di seguire il tuo Figlio nella via del Vangelo e di unirci a te in carità e letizia”.

Siamo venuti pellegrini ad Assisi, per chiedere l’intercessione di San Francesco su di noi e sul nostro popolo, a nome di tutti i cittadini d’Italia, ma anche per apprendere da questo gigante della fede e dell’amore cristiano un insegnamento ed uno sprone per la nostra vita quotidiana. Vorremmo che San Francesco, esemplare ben riuscito di discepolo di Gesù, ci mostrasse la strada e ci incoraggiasse a percorrerla con fiducia.

2. Nella prima lettura, tratta dal Libro del Siracide, si parla di un uomo sapiente, sacerdote del tempio, inviato a riparare il tempio di Dio e a fortificarlo, che si attirò il giudizio di essere come il sole sfolgorante. L’immagine biblica evoca la visione di San Damiano dove il Crocifisso parlò a Francesco e gli disse: va e ripara la mia casa. Il Poverello d’Assisi accettò il mandato e, iniziando da se stesso, riparò la casa di Dio, la Chiesa, la riedificò, ponendo a fondamento – secondo la parola dell’Apostolo Paolo – il proposito di essere una “nuova creatura” costruita sulla croce di Cristo. E questo itinerario interiore di San Francesco diventò una forma di vita evangelica che da otto secoli porta nel mondo la pace e il bene.

3. Ma quale fu il centro intorno al quale Francesco sviluppò il suo modo di vivere la fede e il Vangelo? La risposta è semplice e insieme profonda, possiamo formularla così: per San Francesco Dio esiste ed è tutto. Credere in Lui e accoglierlo nella vita ha come conseguenza l’accoglienza degli uomini, di tutti gli uomini, considerandoli fratelli.

Questo è Francesco d’Assisi, l’ “araldo del gran Re”, il “poverello”, l’ ”uomo fatto preghiera”, lo “stigmatizzato della Verna”. Egli è come un sole sfolgorante, il cui calore è stato avvertito in tutta la terra.

Per Francesco la fede in Cristo era la luce e la forza di tutto. Meditava a lungo gli avvenimenti della vita del Signore. Fu attratto dal mistero di Betlemme e volle riviverne il fascino a Greccio dove il Bambino divino sembrò animarsi, ma soprattutto rinascere nei cuori dei presenti inondandoli di pace, quella pace che gli angeli cantarono nella notte santa. Francesco volle che il Natale, la festa delle feste, venisse celebrato con solennità e anche gli animali ricevessero una doppia razione di cibo.

 

Il testo integrale nel file allegato

omeliacardinaleValliniAssisi2014

 

6 ottobre 2014