L’omaggio dell’arcivescovo maggiore di Kiev a Irpin e Bucha

Shevchuk ha presieduto una commemorazione sulla fosse comuni. «È molto difficile parlare. Il loro sangue chiama da qui, da questa terra, al cielo. E il cuore cristiano deve udire questo grido»

Nella giornata di ieri, 7 aprile, l’arcivescovo maggiore di Kiev Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, ha visitato le città di Irpin, Bucha e Gostomel, liberate dall’occupazione russa. A Irpin, informano dalla Chiesa greco-cattolica, ha  visitato la chiesa della Natività della Beata Vergine; a Bucha ha pregato su una delle fosse comuni, in memoria di «tutti gli innocenti uccisi dagli occupanti», si legge nella nota diffusa online.

«È molto difficile parlare. Il loro sangue chiama da qui, da questa terra, al cielo. E il cuore cristiano deve udire il grido di questo sangue», le parole del presule, che ha chiarito: «Siamo venuti qui per pregare per la loro pace eterna». Nella riflessione di Shevchuk, è importante che non solo l’Ucraina ma il mondo intero provino questo dolore. «Se questo peccato non è condannato, se questo crimine non è denunciato – ha detto infatti -, può essere ripetuto. Ognuno di noi potrebbe essere in questa fossa comune. Possa il Signore Dio far riposare le anime dei suoi servi innocenti uccisi, possa salvare vite umane, possa proteggere l’Ucraina da quei criminali che sono venuti per uccidere, saccheggiare e distruggere. Memoria eterna agli innocenti uccisi!», ha aggiunto.

Nel comunità della Chiesa greco-cattolica ucraina si ricorda che dopo la liberazione dall’occupazione russa, centinaia di corpi di civili torturati e dozzine di fosse comuni sono stati trovati in molte città intorno a Kiev, tra cui Irpin, Bucha, Gostomel, Motyzhyn e Borodyanka. Nella sola Bucha, secondo il sindaco Anatoliy Fedoruk, quasi 300 persone sono state sepolte in fosse comuni e dozzine di cadaveri giacevano nelle strade in rovina della città, alcuni con le mani legate.

8 aprile 2022