Il cessate il fuoco era stato stabilito dagli accordi di Stoccolma esattamente un anno fa, il 13 dicembre 2018. Eppure «la città portuale Hodeidah rimane il luogo più letale e pericoloso dello Yemen per migliaia di famiglie innocenti, con un quarto di tutte le vittime civili del Paese nel 2019: 799 tra morti e feriti e il 40% degli oltre 2.100 attacchi sui civili, che hanno continuato imperterriti dopo il summit tra le parti in conflitto, senza quasi nessuna tregua rispetto all’anno precedente». La denuncia arriva da Oxfam, insieme ad altre 14 organizzazioni umanitarie che chiedono di accendere i riflettori sulla situazione attuale del Paese, dove «si continua a scappare da bombe e violenza che solo nel 2019 hanno causato 390mila sfollati».

Dall’inizio del conflitto solo da Hodeidah sono oltre 600mila le persone costrette a fuggire per mettersi in salvo. Secondo le stime di Oxfam, «lo Yemen è ormai un Paese fantasma con 10 milioni di persone rimaste letteralmente senza cibo sull’orlo della carestia e altri 7 milioni già colpite da grave malnutrizione». Le Nazioni Uniti la definiscono «la più grave crisi umanitaria al mondo in questo momento». Il tutto in un Paese «dove il 90% del cibo deve essere importato e dove a causa dei combattimenti e dei blocchi imposti dalle autorità è sempre più difficile per le organizzazioni umanitarie raggiungere le comunità che non hanno più accesso a ospedali, mercati, acqua potabile», evidenziano da Oxfam. Le organizzazioni umanitarie richiedono quindi uno stop agli attacchi sul porto di Hodeidah da cui «transita il 70% del cibo, delle medicine e del carburante da cui dipende la sopravvivenza di oltre 20 milioni di yemeniti allo stremo».

Oxfam lancia infine un appello al Consiglio di sicurezza dell’Onu, perché «senza un vero processo di Pace si rischiano altri 5 anni di guerra». Una richiesta anche per il governo italiano, con una petizione sull’export di armi: «Si faccia promotore di un embargo europeo verso tutte le parti in conflitto».

13 dicembre 2019