«La riforma sulla cittadinanza venga approvata subito». Dalle organizzazioni della campagna “L’Italia sono anch’io” arriva un appello ai parlamentari e al governo perché vengano stabiliti tempi certi per l’approvazione della legge. Di qui la scelta di indire una mobilitazione permanente che inizierà con una campagna su social network fino a fine febbraio, quando si scenderà nuovamente in piazza.

L’obiettivo, spiegano, è ribadire l’urgenza dell’approvazione della riforma. Il 13 ottobre 2015 la Camera licenziò infatti, in prima lettura, la proposta di riforma della legge sulla cittadinanza n.91/92. Quel giorno le organizzazioni della campagna “L’Italia sono anch’io”, che tra il settembre 2011 e il marzo 2012 avevano raccolto più di 200mila firme su due proposte di legge di iniziativa popolare sulla riforma della legge e il riconoscimento del diritto di voto amministrativo dei cittadini stranieri, sperarono in una rapida approvazione definitiva della riforma da parte del Senato. «Invece non solo la legge non è stata approvata, ma si leggono notizie preoccupanti sul suo destino – affermano oggi -. Nonostante l’impegno del presidente del Senato Grasso ad accelerarne l’iter, le promesse fatte sono state disattese».

Molte le criticità evidenziate nel ddl licenziato dalla Camera. Tuttavia, precisano le organizzazioni della Campagna, una rapida approvazione «consentirebbe a circa un milione di giovani di origine straniera, italiani di fatto, di diventare cittadini italiani anche di diritto. Favorirebbe i processi d’inclusione delle loro famiglie ed eviterebbe di approfondire la distanza già grande tra le istituzioni italiane e le persone di origine straniera».

Dai promotori della campagna – tra cui Acli, Arci, Asgi, Caritas italiana, Centro Astalli, Cgil, Cnca, Comunità di Sant’Egidio, Emmaus Italia, Fcei, Legambiente, Libera, Migrantes,  Tavola della Pace – è arrivata anche la richiesta di un nuovo incontro al ministro dei rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro, per ricordarle quanto si era impegnata a fare. Richiesta d’incontro è stata inviata anche ai capigruppo del Senato.

26 gennaio 2017