L’Islam che dice no al terrorismo

A piazza Santi Apostoli la manifestazione voluta dall’Ucoi. Sul palco anche il presidente di Sant’Egidio Marco Impagliazzo: «Uniti per la pace, nel cuore dell’Europa»

A piazza Santi Apostoli la manifestazione voluta dall’Ucoi. Sul palco anche il presidente di Sant’Egidio Marco Impagliazzo: «Uniti per la pace, nel cuore dell’Europa»

«Nessuna guerra è santa, solo la pace è santa! Il nome di Dio è la pace». Parole che sono risuonate dal palco della manifestazione di sabato 21 novembre a piazza Santi Apostoli, voluta dall’Unione delle comunità islamiche italiane per dire no al terrorismo. “Not in my name”, hanno scandito insieme marocchini, pakistani, senegalesi, turchi, ma anche italiani di fede islamica, insieme ai cittadini che hanno deciso di scendere in piazza contro le stragi e la paura. Sul palco anche il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, che, rivolto alla piazza multietnica, ha ricordato i «secoli di storia, e talvolta anche di gravi incomprensioni», che hanno diviso il Nord e il Sud del mondo. «Oggi la storia ci unisce: uniti per la pace e la convivenza qui a Roma, nel cuore dell’Europa. Il futuro è la pace, non la guerra!», ha ribadito Impagliazzo, ricordando, appunto, che «nessuna guerra è santa, solo la pace è santa! Il nome di Dio è la pace». E contro quanti «vogliono portare la guerra nelle nostre società – ha assicurato – noi faremo muro! Molti di voi sono fuggiti dalle guerre o da situazioni difficili, altri venuti qui per lavoro, tanti sono italiani: ma tutti siamo cittadini, cristiani, musulmani, tutti abbiamo il dovere di costruire il futuro della nostra società. Lo dobbiamo ai nostri figli, che vogliamo educare alla pace, a un avvenire di comprensione, di sviluppo, di crescita. Vivere insieme è il bel destino della nostra società. Non è un pericolo, come alcuni vogliono far credere, ma una grande occasione, che non vogliamo sprecare».

Ad aprire la manifestazione, un minuto di silenzio per le vittime del terrorismo. Sul retro del palco allestito alle spalle di piazza Venezia, lo striscione con la scritta “Musulmani d’Italia. Not in my name”, e in piazza cartelli che rilanciano messaggi sulla stessa lunghezza d’onda: “#iononsonoterrorista”, “L’Isis è un cancro del corpo islamico”, “Il terrorismo non ha religione”. Sotto la pioggia, diverse centinaia di persone, compresi uomini politici ed esponenti delle istituzioni, affluiti nonostante una pioggia impietosa, sotto la quale sventolavano bandiere arcobaleno, simbolo della pace, insieme ai vessilli di Paesi come Algeria o Egitto. «Oggi stiamo vivendo una giornata storica per il nostro Paese», risuonava dagli altoparlanti. Il primo a prendere la parola, il segretario generale della Grande Mosche di Roma Abdellah Redouane: «Per noi Dio è amore, non morte. I musulmani non si riconoscono nel terrorismo. Queste persone – ha evidenziato – vogliono impadronirsi della nostra quotidianità». Quindi l’esortazione che in tanti, nel mondo occidentale, aspettavano: «Di fronte al terrorismo globale, noi musulmani dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Dobbiamo partecipare attivamente alla vita della nostra città e sanare le ferite della nostra periferia. Diciamo no al terrorismo e alla ghettizzazione degli islamici».

Alla manifestazione è arrivato anche il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Non possiamo accettare che la fede venga strumentalizzata – le parole del presidente -. La nostra risposta al terrore sta nella libertà. Gli assassini vogliono piegarci facendoci rinunciare ai nositri valori. Non glielo permetteremo». In piazza anche diversi esponenti del mondo politico e sindacale, tra cui i presidenti delle commissioni esteri di Senato e Camera Pier Ferdinando Casini e Fabrizio Cicchitto, il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, il segretario della Cgil Susanna Camusso e l’esponente di Sinistra Italiana Stefano Fassina. «Faremo la nostra parte al fianco delle istituzioni – ha assicurato, quasi in un dialogo Massimo Cozzolino, segretario generale della federazione islamica -. Ma dobbiamo ammettere che siamo preoccupati per i toni che la stampa ha assunto nei nostri confronti: non dobbiamo fare di tutta l’erba un fascio. Noi non siamo terroristi».

L’ultimo a prendere la parola, il deputato Pd Khalid Choauki. «Occorre stringere un’alleanza – ha detto -. Questa è la sfida comune di tutti noi musulmani. Noi non abbiamo paura e difendiamo insieme le istituzioni ebraiche, musulmani, laiche, cristiane. Siamo uniti per affermare che convivere insieme è possibile. Da questo palco vogliamo esprimere la nostra solidarietà alle famiglie delle vittime uccise a Parigi, in Mali, in Iraq. Abbiamo dimostrato in questa giornata storica che l’Italia della convivenza è molto più grande. La risposta ai terroristi è una piazza come questa».

23 novembre 2015