L’invocazione a Maria di fronte a un mondo dilaniato

La Messa presieduta dal cardinale Rylko a Santa Maria Maggiore per gli 80 anni del voto alla Madonna. «La Vergine può fermare la follia bellicista nel mondo»

Viviamo un presente dilaniato da guerre che mietono innumerevoli vittime innocenti come sta accadendo in Ucraina, in Medio Oriente, in vari Paesi dell’Africa. Incombe la minaccia «di un’apocalisse nucleare» evocando le paure della seconda guerra mondiale e l’angoscia che i romani vissero nel giugno 1944 quando la città era occupata dall’esercito tedesco pronto a combattere le truppe anglo-americane. «È ancora possibile fermare questa follia bellicista che si è impadronita del nostro mondo? Sì, c’è una persona che può fermare tale follia: è la Madre di Dio, venerata come Salus Populi Romani. Affidiamo a Lei il nostro mondo e imploriamo la sua materna intercessione presso il suo Divin Figlio: Regina della Pace, prega per noi anche oggi, così come 80 anni fa».

È l’invocazione del cardinale Stanisław Ryłko, arciprete della basilica papale di Santa Maria Maggiore, che sabato sera, 8 giugno, ha presieduto la Messa in occasione delle celebrazioni promosse dalla diocesi per fare memoria dell’80° anniversario del voto dei romani alla Madonna del Divino Amore.

Era domenica 4 giugno 1944 e Roma era occupata da mesi dalle truppe tedesche. Gli alleati stavano arrivando in città e migliaia di romani, temendo lo scontro cruento fra i due eserciti, si ritrovarono nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola su invito di Papa Pio XII. Qui era stato trasportato l’affresco della Madonna del Divino Amore, portato in salvo dal Santuario per preservarlo da possibili bombardamenti. Inizialmente la sacra effige fu collocata nella chiesa di San Lorenzo in Lucina ma risultò inadatta per contenere l’enorme afflusso dei fedeli.

Trasferita nella chiesa di Sant’Ignazio i romani fecero voto alla Vergine Salus Populi Romani di «correggere la propria condotta morale, di rinnovare il Santuario e di realizzare un’opera di carità a Castel di Leva». Nelle stesse ore, verso le 19, le truppe alleate entrarono nella Città Eterna. «Il fatto aveva in sé dell’incredibile, anzi, del miracoloso e fu subito interpretato come un intervento della Salus Populi Romani – ha detto il cardinale Ryłko -. Da quell’evento del 4 giugno 1944 sono passati ormai 80 anni, ma la Chiesa di Roma non lo dimentica».

 

L’intercessione della Vergine Maria in quel frangente e in «altri eventi simili lungo la storia, dimostrano che la protezione che la Madonna offre a questa città non è una pia leggenda, ma è provata da fatti concreti che non possono essere dimenticati», ha proseguito il porporato esprimendo gratitudine alla Diocesi di Roma per aver istituito nel luglio dello scorso anno la memoria liturgica di Santa Maria Salus Populi Romani, da celebrare ogni anno proprio il 4 giugno. La liturgia è stata concelebrata dal vescovo cattolico greco-ucraino Irynej Bilyk e dall’arcivescovo Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore della basilica di Santa Maria Maggiore, che al termine della Messa ha guidato la recita del rosario.

10 giugno 2024