Lingue e counseling: novità all’Ecclesia Mater
Triplice proposta per lo studio di lingua e cultura araba, cinese e spagnola. Il vescovo Di Tolve: l’Istituto aperto 3 sabati al mese per permettere ai laici di partecipare ai corsi
È un impegno «ad aprirsi alle esigenze formative del complesso contesto contemporaneo» quello che Claudia Caneva, preside dell’Istituto superiore di scienze religiose Ecclesia Mater, mette in luce presentando il nuovo anno accademico dell’organismo diocesano. Afferente alla Pontificia Università Lateranense, l’Istituto di piazza San Giovanni in Laterano provvede alla formazione teologica, culturale e pastorale dei fedeli laici attivi nella catechesi, nell’animazione dei gruppi ecclesiali e nell’insegnamento della religione cattolica.
Diverse sono infatti le novità e le proposte «che ci vedono aperti e sensibili alle sfide inedite del tempo presente – continua Caneva -: dai corsi di lingue ai percorsi di counseling, fino al corso sull’educazione civica», laddove l’obiettivo è quello di «porre la teologia e la filosofia in dialogo con le scienze umane in una prospettiva di interdisciplinarietà e con un’attenzione particolare all’antropologia in relazione al contesto sociale».
Si pone su questa linea dunque la triplice proposta per lo studio della lingua e della cultura araba, cinese e spagnola «che è rivolta non solo agli operatori pastorali – illustra la preside – ma anche a chi opera in ambito sanitario oltre che in quello educativo», poiché non si tratta «semplicemente di memorizzare dei termini per comunicare ma piuttosto di favorire uno spazio concreto di dialogo in un clima di reciprocità e di cura», realizzando in tal modo «un progetto culturale che colga la ricchezza semantica delle diverse lingue».
Altre due novità sono rappresentate dai corsi di alta formazione di counseling: uno scolastico e l’altro pastorale. Il primo, rivolto agli insegnanti che intendono potenziare i loro strumenti per lo sviluppo di interventi nelle situazioni di disagio, permette di «acquisire competenze che, tra psicologia e relazionalità, portino a recuperare la dimensione dell’umano – chiarisce Caneva -, sapendo anche offrire momenti di orientamento per la gestione dei conflitti tra insegnanti e genitori». Il secondo, frutto della «consapevolezza del crescente bisogno relazionale che caratterizza il contesto socioculturale contemporaneo – sono ancora le parole della preside -, intende offrire un percorso professionalizzante di aiuto, di accompagnamento e di sostegno negli snodi affascinanti ma esigenti della vita relazionale».
In particolare il corso – che offre la qualifica di counselor di base e ha l’obiettivo di istruire figure competenti nelle relazioni di cura attraverso l’acquisizione di teorie e pratiche delle dinamiche relazionali in un’ottica transdisciplinare e con un approccio integrato che unisce più modelli teorici – «si rivolge a pedagogisti, formatori, professionisti impegnati nella gestione delle risorse umane, volontari in ambito sociale e sanitario e a tutti coloro che sentono la necessità di acquisire consapevolezza di sé e delle relazioni umane».
A presentare un’ulteriore novità in cantiere per l’imminente anno accademico è il vescovo Michele Di Tolve, delegato per la pastorale scolastica e l’insegnamento della religione cattolica oltre che rettore del Seminario Romano. Esprimendo «apprezzamento per l’Istituto Ecclesia Mater, che è a servizio della diocesi nella formazione di catechisti, operatori pastorali, diaconi permanenti, insegnanti di religione cattolica e di chiunque si ponga in un atteggiamento di ricerca nella fede», Di Tolve anticipa la volontà di «tenerlo aperto per 3 sabati al mese per permettere ai laici di partecipare ai corsi, facilitando quindi la frequenza». Ancora, il presule fa sapere che «anche i seminaristi del Maggiore, del Capranica e del Redemptoris Mater prenderanno parte ai corsi di indirizzo pedagogico-didattico per essere aggiornati sui processi di apprendimento dei bambini e dei ragazzi, nell’ottica di una scuola che non si limita al sapere ma guarda anche al “saper fare” e soprattutto al “saper essere”» laddove anche «l’esperienza di fede non sia solo un contenuto acquisito ma uno stile di vita».
25 settembre 2024