Linee programmatiche diocesane, un «esercizio di sinodalità»

Cinque punti chiave per il prossimo anno pastorale, il cui testo definitivo sarà presentato a ottobre. Il vicegerente Reina: corresponsabilità, formazione, missione e profezia, attenzione ai giovani, segni di speranza. Giubileo dei giovani, l’invito «ad aprire cuore e porte»

Missionarie testimoni di speranza e voci profetiche di Cristo nel mondo. È la vocazione alla quale sono chiamate le comunità parrocchiali di Roma per l’anno pastorale 2024-2025 che coinciderà in buona parte con la celebrazione del Giubileo. Incentrate sul tema della profezia, le linee programmatiche pastorali sono state elaborate da vescovi, parroci, diaconi, operatori pastorali, laici «in un piccolo e umile esercizio di sinodalità». Sono articolate in cinque punti chiave: corresponsabilità, formazione, missione e profezia, attenzione ai giovani, segni di speranza. Un itinerario che «se accolto e vissuto bene potrebbe aiutare a vivere in maniera forte il Giubileo. Un tempo di grazia straordinario. Roma ha il privilegio di viverlo come nessun’altra Diocesi al mondo. Potrebbe essere visto come un peso, non mancheranno i momenti di stanchezza, sofferenza e disagio, ma è innanzitutto una grazia e di conversione».

Così il vicegerente Baldo Reina durante l’assemblea diocesana svoltasi ieri sera, 24 giugno, nella basilica di San Giovanni in Laterano al termine della Messa per la solennità della Natività di San Giovanni Battista. Il vescovo ha esposto uno schema, una sorta di «indice» delle linee programmatiche il cui testo definitivo sarà presentato il 1° ottobre nei vari settori. Papa Francesco ha inviato un messaggio, letto dal vescovo ausiliare Paolo Ricciardi, nel quale esorta ad essere Chiesa in uscita sull’esempio del Battista. Entrando nel vivo del piano pastorale, il vicegerente è partito dalla necessità di crescere nella corresponsabilità in uno stile di prossimità verso tutti. «L’esperienza dei Consigli pastorali parrocchiali è stata molto bella – ha detto -. Sono da potenziare. Il passo da fare al più presto è quello di costituire il Consiglio pastorale di prefettura».

Il secondo ambito è quello della formazione e la proposta è quella di intensificare la conversazione nello Spirito, proporre percorsi di catechesi per tutte le età, valorizzare i percorsi di riscoperta della fede e i corsi di teologia di popolo. Il terzo capitolo riguarda la missione e la profezia. «La gente ci vuole missionari – ha affermato -. Il Signore ci chiede di esserlo. Abbiamo la grande occasione del Giubileo». Tra i suggerimenti, quello di promuovere esperienze di missione a livello parrocchiale. La quarta traccia di lavoro è dedicata ai giovani. «Dobbiamo chiederci dove sono i nostri giovani – le parole del vicegerente -. Il disagio che vivono è enorme. Per il Giubileo arriveranno a Roma centinaia di migliaia di ragazzi, presenze che devono interrogarci». Infine diventare segni di speranza realizzando concretamente alcune opere-segno proposte dalla Caritas diocesana per contrastare la povertà in tutte le sue declinazioni. Quella educativa con l’istituzione di doposcuola in ogni parrocchia; quella abitativa, con la destinazione di un appartamento per ogni settore o prefettura al progetto di housing sociale; quella alimentare, potenziando gli empori della solidarietà. Per contrastare la povertà lavorativa si può incrementare il progetto Officina delle opportunità e per quella sanitaria sarà fatto «un appello alle istituzioni per offrire prestazioni gratuite» a chi è in difficoltà.

Dal vescovo Dario Gervasi, responsabile dell’Ambito per la cura delle età e della vita, e da don Alfredo Tedesco, direttore dell’Ufficio per la pastorale giovanile, l’invito «ad aprire cuore e porte per ospitare gli adolescenti e i giovani che arriveranno a Roma». Nella celebrazione che ha preceduto l’assemblea diocesana – durante la quale hanno rinnovato le promesse i sacerdoti che festeggiano dai 25 ai 70 anni di ordinazione -, monsignor Reina ha offerto una riflessione sulla profezia. «Viviamo un tempo assai complesso – ha riflettuto – segnato da contraddizione, guerre, pesanti diseguaglianze; vi è un disagio diffuso. La Chiesa è profetica nella misura in cui guarda la realtà e continuamente indica lo Sposo, la sua Parola liberante, la sua redenzione eterna, la sua grazia santificante. Chiediamoci se le nostre azioni pastorali hanno il sapore del Regno, se il nostro agire è evocativo della Buona Notizia, se suscita la nostalgia di eternità oppure se inizia e finisce con noi».

26 giugno 2024