L’incontro «volto a volto», priorità per la Chiesa di Roma

Aperto dal cardinale De Donatis nella basilica lateranense il cammino “sinodale” della diocesi per il nuovo anno pastorale, improntato sull’ascolto «con il cuore»

Frequentare luoghi di ritrovo di giovani, famiglie, anziani, poveri. Incontrare le persone, instaurare relazioni autentiche, ascoltare con cuore «ospitale» le storie di tutti per meditarle nella preghiera. Sono le indicazioni fornite dal cardinale vicario Angelo De Donatis alla Chiesa di Roma riunita «in stato di sinodo» ieri sera, lunedì 16 settembre, nella basilica di San Giovanni in Laterano per il primo dei quattro incontri di avvio del nuovo anno pastorale. Il mandato liturgico alla diocesi sarà conferito da Papa Francesco il quale, ha annunciato il porporato, presiederà la Messa nella basilica lateranense sabato 9 novembre alle ore 17.30, giorno in cui si celebra proprio la dedicazione della cattedrale di Roma, Madre e Capo di tutte le Chiese della città e del mondo.

In un tempo in cui si fatica a fermarsi e porsi in ascolto, lasciarsi interpellare dalla sofferenza del prossimo è la nuova tappa del cammino diocesano che ha come riferimento il libro dell’Esodo, come suggerito da Papa Bergoglio, e che condurrà i fedeli romani al Giubileo del 2025. Un cammino non semplice e per il quale il cardinale vicario ha ammesso di non avere «le soluzioni a tutte le problematiche» che la Chiesa, e la società in generale, sta vivendo. «Mi sono messo in cammino con voi – ha affermato -, ascolto quanto più possibile, anche il grido dei preti».

Svoltosi in un clima di preghiera l’incontro, che ha avuto come filo conduttore il tema “Abitare con il cuore la città”, è iniziato con l’adorazione eucaristica intervallata da canti, dalle letture di due brani del Vangelo e da alcune meditazioni. Nell’ottica di una “Chiesa in uscita” nello spirito missionario, il porporato ha suggerito ai tanti sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose, équipe e membri dei Consigli pastorali che gremivano la basilica i passi da compiere per «procedere nel cammino sinodale e arrivare alla conversione del cuore vera e sincera». Un invito a cambiare rotta quindi per intraprendere un tragitto che necessita dell’ascolto reciproco per poter focalizzare le realtà e le problematiche di Roma, tutte diverse da un quadrante all’altro della città. «Poi sotto l’ispirazione dello Spirito Santo – le parole di De Donatis – si progettano e si realizzano nuove vie di evangelizzazione, condividendo quanto ognuno ha vissuto in questi anni e cosa sogna per il tempo a venire, chiedendosi cosa conservare, cosa eliminare, cosa cambiare».

Il cardinale si è quindi soffermato sulla novità di quest’anno: l’equipe pastorale composta da presbiteri e da laici che si riunirà frequentemente per progettare l’ascolto del quartiere di appartenenza. Come spiegato in precedenza da don Paolo Asolan, preside del Pontificio Istituto Pastorale Redemptor Hominis, l’equipe è una figura distinta dal consiglio pastorale. Quest’ultimo «svolge un servizio di discernimento – ha detto il sacerdote – mentre alle equipe è affidato il compito di avere cura del progetto pastorale diocesano prendendo concretamente visione delle realtà del territorio. Non si tratta di fare cose ma di vivere da discepoli missionari ed essere profeti che preparano la strada al Signore». Entrando nel dettaglio il cardinale De Donatis ha rilevato che l’equipe «ha il compito di animare dal di dentro la comunità parrocchiale e coinvolgerla nel cammino di rinnovamento pastorale. È il cuore, l’anima, del processo e punta a motivare e accompagnare l’opera di ascolto, parte integrante e imprescindibile del processo dell’evangelizzazione».

Esortando a rileggere le linee pastorali annunciate il 24 giugno scorso nella solennità della Natività di San Giovanni Battista, De Donatis ha suggerito quattro punti chiave, tutti basati sull’ascolto. «Non basta raccogliere storie di vita in maniera anonima, magari mettendo una cassetta postale in fondo alla chiesa – ha detto -. Bisogna pensare bene a come raggiungere le persone lì dove vivono per incontrarle e dialogare con loro». L’incontro «volto a volto» richiede «una predisposizione d’animo di “simpatia”» nei confronti dell’altro, che si raggiunge facendo «un esercizio di ascolto con il cuore. Provocate gli altri alla condivisione e alla confidenza alla fiducia: vi accorgerete di quante persone hanno desiderio di essere ascoltate. Nell’intimo poi toglietevi i sandali della supponenza e del giudizio facile. Affidate a Dio chi incontrate, pregate per loro».

Terzo punto è la condivisione delle storie con «sguardo contemplativo» all’interno delle equipe pastorali. Infine, il cardinale ha suggerito di rendere partecipe la comunità durante l’Eucaristia domenicale evitando che si capisca a chi si stia alludendo. «L’intercessione è un atto d’amore – ha sottolineato -. Questi fratelli e sorelle per i quali preghiamo sono quelli che il Signore ci chiede di servire perché possano sperimentare un po’ di più di speranza, di libertà, di vita. Quante preghiere dei fedeli, durante la Messa, sono così generiche e formali, lette nei foglietti stampati a livello nazionale, da non esprimere per niente le intenzioni contenute nei cuori dei fedeli. Invece queste preghiere avranno il sentore della carne viva del vostro quartiere. Sapranno di vita, finalmente».

Il prossimo appuntamento è fissato per mercoledì 18 settembre alle 19 e sarà incentrato sui giovani. Sono invitati a partecipare gli educatori e i catechisti degli adolescenti e dei ragazzi, gli insegnanti di religione, i docenti, i responsabili di oratori, associazioni e movimenti, gli animatori dei gruppi universitari.

17 settembre 2019