L’incendio a Moria «devastante» per i bambini

Karen Mets (Save the Children): «Sono rimasti per strada, senza riparo e ad alto rischio di violenza e sfruttamento. È il risultato di una politica disumana»

Usa l’aggettivo «devastante» Karen Mets, esperta del programma “Children on the Move” di Save the Children, per definire l’incendio scoppiato a Moria nella notte tra l’8 e il 9 settembre. «Migliaia di bambini e adolescenti sono rimasti per strada, senza riparo e ad alto rischio di violenza e sfruttamento. I minori non accompagnati – riferisce – hanno abbandonato il campo in fiamme da soli e ora sono alla disperata ricerca di un posto sicuro dove andare. Sono spaventati, affamati e infreddoliti. Molte famiglie hanno perso i pochi beni che possedevano e ora non hanno cibo, acqua e nessuna protezione».

Per Mets «questo incendio è il risultato di una politica disumana che ha lasciato decine di migliaia di persone in condizioni disastrose in campi sovraffollati per cinque anni, spesso senza accesso all’acqua corrente o ad altri servizi essenziali». La maggior parte delle persone che vivono a Moria, ricorda l’esperta di Save the Children, proviene da zone di conflitto come l’Afghanistan, la Siria e l’Iraq e «ha vissuto sofferenze inimmaginabili. Sono venuti in Europa in cerca di sicurezza ma hanno finito per vivere nella miseria. Save the Children – aggiunge – ha documentato l’autolesionismo e l’abuso di sostanze da parte di molti minori che perdono ogni speranza».

Si tratta di «un problema europeo», non di un problema greco. Proprio per questo, «ora è il momento per gli Stati membri dell’Unione europea di intensificare gli sforzi e portare i minori in salvo». Nelle parole di Mets, «il recente sistema di ricollocamento volontario istituito dalla Commissione europea deve essere esteso immediatamente e i Paesi europei devono garantire che queste persone possano finalmente vivere dignitosamente. Questa tragedia – osserva – mostra ancora una volta che gli hotspot in Grecia non possano rappresentare un modello per il prossimo Patto europeo sulla migrazione e l’asilo. Non possiamo permettere che i bambini e le loro famiglie affrontino ancora sofferenze, paura e detenzione ai confini dell’Europa».

10 settembre 2020