L’impronta di don Arabia, nella sua arte e nelle “sue” parrocchie

Sacerdote e mosaicista, è morto il 23 agosto. A lui si deve la rinnovata cappella del Vicariato. Don Querickiol: «Era capace di spiegare la Parola come nessuno»

Avrebbe festeggiato 20 anni di ordinazione sacerdotale il prossimo 9 settembre don Giampiero Maria Arabia, missionario fidei donum nella diocesi di Aquisgrana (Germania), morto improvvisamente il 23 agosto a 54 anni al policlinico Umberto I, dove era stato ricoverato per un malore. I funerali, presieduti dal vescovo ausiliare Gianpiero Palmieri, si sono svolti giovedì 27 agosto nella parrocchia Santa Maria delle Grazie al Trionfale. La salma è stata poi traslata a Rogliano (Cosenza), paese in cui era nato il 5 dicembre 1965 e dove venerdì 28 agosto si sono svolti i funerali solenni nella chiesa di San Pietro.

Incardinato nella diocesi di Roma nel 2006, fino al 2009 don Arabia è stato viceparroco a San Bruno e dal 2009 al 2018 è stato alla guida della parrocchia Nostra Signora del Suffragio e Sant’Agostino di Canterbury, a Torre Spaccata. Dal 2011 al 2018 è stato anche membro della Commissione diocesana per l’Arte sacra e i beni culturali. Laureato in architettura, il sacerdote era molto noto in Italia e all’estero per la maestria nell’arte del mosaico, che utilizzava soprattutto attorno agli spazi liturgici. La sua “impronta” è visibile in un centinaio di chiese, dalla cattedrale dell’Avana a Cuba alla chiesa di San Luca Evangelista al Prenestino. Sua anche la rinnovata cappella del Vicariato, che restaurò nel 2014 utilizzando 320mila tessere delle dimensioni di un centimetro per un centimetro e mezzo, per coprire una superficie di oltre 40 metri quadrati. Uno degli ultimi lavori realizzati dal sacerdote a Roma è stato il grande mosaico dell’abside di Santa Maria delle Grazie al Trionfale, inaugurato nel 2017.

«Folgorato dalla bellezza del Signore, don Giampiero ha continuamente contemplato i misteri della vita di Cristo attraverso gli studi e attraverso l’arte – ha detto il vescovo Palmieri durante la Messa di esequie trasmessa in diretta Facebook sulle pagine delle parrocchie Santa Maria delle Grazie al Trionfale e Nostra Signora del Suffragio e Sant’Agostino di Canterbury -. Prendeva la pietra, materia morta, la scolpiva con pazienza e la faceva diventare capolavori che sono disseminati in tanti luoghi». Il parroco, don Antonio Raimondo Fois, anch’egli originario della Calabria, conosceva don Giampiero fin dagli anni del seminario nell’arcidiocesi di Cosenza-Bisignano. Ricordando l’amico rimarca che «aveva fatto dell’arte uno degli strumenti di evangelizzazione. Era amante del bello e metteva questa sua capacità al servizio della Chiesa e della comunità».

Dopo la partenza di don Giampiero per Aquisgrana la parrocchia Nostra Signora del Suffragio e Sant’Agostino di Canterbury è stata affidata alle cure pastorali di don Morrel Querickiol, già viceparroco nella stessa comunità. I due sacerdoti si conoscevano da anni e don Morrel è sempre stato colpito dalla «profonda conoscenza» che don Giampiero aveva delle Scritture. «Era capace di spiegare la Parola di Dio come nessun altro – afferma -. Il suo modo di “spezzare” la Parola attirava e faceva innamorare delle Scritture». Un carisma che lo faceva amare soprattutto dai giovani tanto che, aggiunge don Antonio Fois, attraverso l’ascolto delle sue catechesi e la sua testimonianza di vita molti ragazzi hanno scoperto la vocazione al sacerdozio e alla vita religiosa. «Tanti giovani si sono sentiti amati dal Signore attraverso la vicinanza e la tenerezza di Giampiero», ha rimarcato monsignor Palmieri, definendo il confratello «il sacerdote amico di Dio» perché «nel suo cammino sacerdotale l’elemento fondamentale è stata l’amicizia con Cristo».

Molto devoto alla Vergine Maria, aveva introdotto la novena all’Immacolata Concezione da recitare alle 6 del mattino. «Un momento di preghiera intenso tanto caro ai parrocchiani e che portiamo ancora avanti», spiega don Morrel che da don Giampiero ha imparato «la capacità di essere sempre presente e di saper ascoltare il gregge che gli è stato affidato». Sulla pagina Facebook della parrocchia la comunità ha messo in risalto soprattutto «la risata contagiosa, il sorriso pieno d’amore e la vitalità» di don Giampiero, che in un post del Comune di Rogliano viene definito «ispiratore di cristianità» che ha indicato «la strada della Verità».

1° settembre 2020