L’importanza del cambiamento, come arrivare all’obiettivo

Serve una “ristrutturazione cognitiva” per trovare nuovi equilibri e modalità più adattative all’ambiente. Fermo restando che voler cambiare è nella natura dell’uomo

In questo periodo, spesso ci si imbatte in offerte di “bonus” per ristrutturare la propria casa: dal 50 al 110% di sconto in fattura per favorire i cambiamenti e rilanciare l’economia. È corretto, a distanza di tempo, revisionare e modificare impianti poco funzionanti e strutture fatiscenti. Mai come in quest’ultimo anno, abbiamo avuto modo di vivere appieno ogni ambiente della nostra casa e magari, osservandola più da vicino, renderci conto della necessità di cambiarne qualcosa! È nella natura dell’uomo voler modificare di tanto in tanto e, a seconda dei momenti, qualcosa nel proprio ambiente e nella propria persona. Ad esempio cambiare macchina, stile di vita, mansioni, amici, perdere peso, taglio di capelli, barba, ecc.

sindrome della capanna, paura post-covid, depressione, coronavirusSovente tali cambiamenti esterni coincidono con il desiderio di un cambiamento ad un livello più profondo, dettato da particolari combinazioni di stress/ deprivazione/insoddisfazione. Comunemente si pensa “volere è potere”, ma non sempre il forte desiderio di cambiamento va di pari passo col risultato sperato e, dopo numerosi tentativi falliti, il rischio è di mettersi in discussione non riconoscendo le proprie capacità e dandosi dei giudizi negativi. Tale atteggiamento tende a far sperimentare demotivazione e frustrazione. Un modo utile per venirci in soccorso in questi casi è cercare di comprendere cosa sta succedendo e cosa ci frena nel raggiungere l’obiettivo, mantenendo un atteggiamento accogliente e di ascolto piuttosto che critico e giudicante. Sembrano essere almeno tre i fattori principali da considerare: l’importanza che attribuiamo al raggiungimento dell’obiettivo, cercare di capire le ragioni del cambiamento, le conseguenze del “non cambiamento” e i sentimenti associati; la fiducia nelle nostre capacità di raggiungere l’obiettivo, riconoscendo le nostre competenze, risorse e caratteristiche personali che ci sono state utili in altre occasioni. Ci si potrà chiedere, ad esempio, “cosa so fare? Quali sono i miei punti di forza, in passato come ho utilizzato le mie risorse personali per realizzare un progetto?”, ecc.

ristrutturazione edilizia, casaIl terzo punto consiste nel chiedersi quanto si è convinti e disposti a mettersi in discussione. È necessario aver chiaro che il cambiamento, per quanto desiderato, porterà con sé una serie di disequilibri e dispendio di energie. Si dovrà arrivare ad elaborare la propria soluzione al problema, concentrandosi sul piano delle potenzialità reali e su ciò che si può fare piuttosto che sulla soluzione ideale, su ciò che si sarebbe dovuto fare od essere. Per tornare al nostro parallelismo iniziale, possiamo concludere affermando che così come si rende necessaria per le nostre case una ristrutturazione edilizia, altrettanto necessaria risulta per le persone una “ristrutturazione cognitiva”, che possa permettere di individuare i pensieri disfunzionali per trovare nuovi equilibri e modalità più adattative all’ambiente (Lucia Calabrese, psicoterapeuta e sessuologa).

30 luglio 2021