Liliana Segre laureata “honoris causa” alla Lumsa

Il riconoscimento assegnato nel corso dell’inaugurazione del nuovo anno accademico. Il ministro Manfredi: «L’università, strumento di trasformazione sociale e luogo della memoria»

«Il diritto non può essere solo una codificazione di valori, di norme e di istituzioni; fondamentale è l’ambiente in cui si colloca. Un ruolo fondamentale ha, in tal senso, la formazione delle giovani coscienze e dell’opinione pubblica nel suo complesso, proprio per questo la scuola e l’università costituiscono uno snodo decisivo per diffondere “virtute e canoscenza”». Sono parole dense di significato e cariche di testimonianza quelle pronunciate ieri pomeriggio, 26 ottobre, dalla senatrice a vita Liliana Segre in occasione del conferimento della laurea magistrale honoris causa in Relazioni internazionali ricevuta dall’Università Lumsa. Il prestigioso riconoscimento è stato attribuito dall’ateneo nel corso della cerimonia di inaugurazione del nuovo anno accademico 2020-2021, quest’anno trasmesso in diretta streaming a causa del perdurare della pandemia.

«Grande è inoltre la responsabilità della politica democratica, di una classe dirigente capace non solo di porsi all’altezza dei compiti stabiliti dalla nostra Costituzione, servendo la collettività con disciplina e onore, ma anche di dialogare con gli altri popoli con spirito di pace – ha proseguito Segre, testimone della Shoah, nella sua lectio magistralis -. Quelli di oggi sono tempi difficili, per questo dobbiamo essere di nuovo forti e coraggiosi e credere che si potrà anche questa volta, con una gamba davanti all’altra, uscire dalla pandemia». È con questo auspicio che si è concluso l’intervento della senatrice, la cui esistenza è stata fortemente votata alla testimonianza e difesa dei diritti umani.

Un instancabile impegno civile che è stato espresso anche dalla professoressa Monica Lugato, ordinario di Diritto internazionale alla Lumsa, la quale ha illustrato i meriti culturali di Segre e le motivazioni della sua onorificenza: «L’opera compiuta dalla senatrice – ha spiegato – si sostanzia nell’impegno cominciato all’inizio degli anni ’90 e proseguito per tre decenni di conferenze, iniziative civili sul genocidio degli ebrei, con studenti, docenti e pubblico in genere; nel contributo ad alcuni volumi di memorialistica che ricostruiscono l’esperienza di deportata ad Auschwitz; da ultimo, nel suo lavoro come senatrice a vita, con le interrogazioni di cui si è fatta promotrice e i discorsi che ha pronunciato, nei quali professa “la fedeltà ai principi e ai programmi avanzatissimi” della Costituzione repubblicana». Ed è proprio grazie all’impulso di testimonianze come queste se «il diritto alla vita, alla libertà, al rispetto della vita privata e familiare, all’istruzione, i diritti delle donne e dei bambini sono principi fondamentali delle Costituzioni democratiche e assi portanti della convivenza civile». Ancora, degno di nota è il suo profondo e continuo richiamo contro la cultura dell’indifferenza, dell’odio e della violenza. Un impegno che è in sintonia con quello dell’ateneo: «La sua missione – ha concluso Lugato – è quella di formare a quegli stessi valori i giovani, persone che oltre che istruite siano anche ricche in umanità».

A intervenire, tra gli altri, anche il ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, il quale ha sottolineato come «l’università debba essere, oggi più che mai, uno strumento di trasformazione sociale e un luogo della memoria, perché solo attraverso di essa siamo in grado di difenderci da quei “virus” che spesso ritornano nella storia della nostra umanità». Dello stesso parere è il rettore Francesco Bonini, che si è soffermato sulle attività svolte dall’ateneo nell’anno accademico appena concluso, con uno sguardo però rivolto al futuro: «L’offerta formativa dovrà essere sempre più plastica, in continua ed efficace manutenzione, nel senso di adeguamento e miglioramento continuo, valorizzando i nostri punti di forza più identitari e continuando a sperimentare su campi continui e innovativi». A tal proposito «l’obiettivo sarà formare donne e uomini che con spirito critico siano abilitati a innovare, senza accontentarsi mai semplicemente di riprodurre».

27 ottobre 2020