“Libero Cinema in Libera Terra”, al via Festival itinerante contro le mafie

Con un furgone, porterà le emozioni del grande schermo tra la gente, nelle piazze, nei beni confiscati, nei parchi, nei centri sociali. Dal 5 luglio al 5 ottobre

Percorrere le strade della penisola per promuovere, attraverso la cultura, l’allargamento degli spazi democratici, la difesa dei diritti universali e i valori di accoglienza e di solidarietà. È l’obiettivo di Libero Cinema in Libera Terra, il festival di cinema itinerante contro le mafie che partirà il 5 luglio ad Assisi e si concluderà il 5 ottobre a Ferrara. Il furgone, interamente decorato con la grafica del Festival, è già di per sé un evento mentre viaggia per le strade del Paese e un efficace strumento di comunicazione: ospita la tecnologia e la troupe del Festival, percorre ogni anno circa 7 mila chilometri portando il suo messaggio nelle piazze, nei parchi, nelle periferie, nelle terre confiscate ai mafiosi e restituite alla legalità.

Focus del Festival: il tema dei migranti, nella convinzione che «le politiche di chiusura di confini e porti siano disumane e ingiuste». Ogni tappa del Festival è organizzata in stretta collaborazione con le realtà del territorio: associazioni, presìdi, cooperative, istituzioni, cittadini responsabili per coinvolgere il maggior numero di “cosmocivici”, nuovi cittadini del mondo globalizzato convinti che la democrazia si sperimenti nel pubblico confronto, nel bilanciamento delicato fra libertà e regole comuni. Proiezioni, performance, laboratori, incontri sono le varie attività del Festival di cinema itinerante contro le mafie che propone per ogni serata film di impatto, interesse e riflessione per il pubblico. La prima tappa è Assisi il 5 luglio e l’ultima del tour estivo è Avola in Sicilia il 21 luglio. Per questa edizione saranno coinvolte le scuole nelle tappe di Assisi, Galbiate, Lecco, Carcare, Polistena, Messina. A sostenere un progetto che va avanti da quattordici anni, le parole di Ettore Scola: «I più grandi nemici della mafia sono la cultura e la conoscenza. Il suo miglior amico è l’ignoranza. Proprio quella che vediamo diffondersi anche nel nostro Paese come una nuova ideologia e per combatterla anche il cinema può fare la sua parte”» E quelle di Luigi Ciotti: «Le mafie a volte temono molto di più un buon film di una solo annunciata normativa repressiva. Lo straordinario merito del linguaggio del cinema è quello di impregnare la nostra cultura tanto di denuncia quanto di educazione all’impegno civile».

4 luglio 2019