Libano: in 5 settimane di guerra uccisi oltre 100 bambini
I dati diffusi da Save the Children, che torna a chiedere un cessate il fuoco immediato. Oltre un milione di persone costrette a lasciare le loro case. Sei scuole su 10 convertite in rifugi per sfollati. L’inizio dell’anno scolastico posticipato, forse, al 4 novembre
Sono oltre 100 i bambini uccisi dagli attacchi aerei israeliani in Libano in 5 settimane di guerra. Circa 2 bambini al giorno. Nella valle orientale della Bekaa lunedì scorso, 28 ottobre, almeno 60 persone, tra cui 2 bambini, sono state uccise durante la notte, in uno degli attacchi più letali nella valle dal 23 settembre scorso, quando si è intensificato il conflitto tra Israele e Libano.
A diffondere i dati è Save the Children, che fa la conta delle vittime. Secondo il ministero della Salute pubblica, riferiscono dall’organizzazione, più di un milione di persone – vale a dire circa un quinto della popolazione – sono state costrette a lasciare le loro case. Dal ottobre 2023, quasi 2.700 persone sono state uccise; tra queste oltre 150 bambini. Più di 12.500 i feriti. «Siamo sull’orlo di una crisi umanitaria che è prima di tutto una crisi dell’infanzia – afferma Jennifer Moorehead, direttrice di Save the Children in Libano -. Stiamo osservando la stessa dinamica a cui abbiamo assistito in oltre un anno di guerra a Gaza: un alto numero di vittime tra i civili, compresi i minori; operatori sanitari in servizio uccisi; oltre 50 attacchi a strutture sanitarie; presidi Onu colpiti e giornalisti aggrediti».
Gli attacchi aerei israeliani, riferisce ancora Moorehead, «hanno colpito aree densamente popolate, danneggiando gravemente le infrastrutture essenziali e causando sfollamenti di massa. A causa del conflitto, oltre il 25% del Libano ha ricevuto ordini di evacuazione dai militari israeliani, che vengono diffusi ogni giorno, spesso con poco preavviso, dando alle famiglie poco tempo per scappare prima che inizino i bombardamenti. A Beirut, vediamo ancora migliaia di bambini e le loro famiglie che dormono all’addiaccio, con le loro povere cose ammucchiate intorno, senza riuscire a trovare un riparo o un posto sicuro dove andare»
La direttrice regionale di Save the Children non ha dubbi: «Più durerà il conflitto, più difficile sarà per i bambini riacquistare un senso di normalità. Sei scuole pubbliche su 10 sono state riconvertite in rifugi per gli sfollati e l’inizio dell’anno scolastico è stato posticipato al 4 novembre o probabilmente anche oltre. Ogni giorno lontano dalla classe – rileva – è una minaccia per il benessere psicofisico dei bambini con conseguenze nel lungo termine. Per legge, i bambini non devono essere coinvolti nelle guerre e devono essere protetti. Non c’è tempo da perdere – ammonisce -, abbiamo urgente bisogno di un cessate il fuoco ora».
30 ottobre 2024