L’Europa annuncia nuove sanzioni contro Mosca

La comunicazione della presidente della Commissione Von der Leyen al Parlamento Ue. Il nuovo pacchetto entro il 24 febbraio, anniversario dell’invasione. Il ministro degli Esteri russo Lavrov: l’Occidente sta raggiungendo «il punto di non ritorno». Borrell: «Aumentare aiuti a Kiev»

«La politica dell’Occidente per trasformare l’Ucraina in una roccaforte anti-russa sta raggiungendo il punto di non ritorno». Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha reagito con una minaccia alla seduta del Parlamento europeo dedicata all’Ucraina, ieri, 15 febbraio. E via Telegram anche il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev è tornato ad attaccare la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ha annunciato all’Eurocamera un decimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, entro il 24 febbraio, primo anniversario dell’invasione che ha dato il via alla guerra.

I nuovi «divieti commerciali e controlli sulle esportazioni di tecnologia verso la Russia» anticipati da Von der Leyen hanno un valore complessivo di 11 miliardi di euro. «Proporremo, tra l’altro restrizioni all’esportazione di molteplici componenti elettronici utilizzati nei sistemi armati russi, come droni, missili ed elicotteri», ha aggiunto spiegando le nuove sanzioni in arrivo. E ancora, «per la prima volta proponiamo di sanzionare anche le entità iraniane, comprese quelle legate alla Guardia Rivoluzionaria iraniana che hanno fornito alla Russia droni per attaccare le infrastrutture civili in Ucraina. Per questo – ha continuato – includiamo sette entità iraniane al regime di sanzioni a cui è ora vietato di vendere tecnologie alla Russia. Siamo pronti a sanzionare altre entità iraniane o di altri Paesi che sostengono la Russia con tecnologie critiche».

L’obiettivo è chiaro: «Aumentiamo la pressione». Nel frattempo, sul fronte delle fake news diffuse dalla propaganda russa, «proporremo di inserire in un elenco per le sanzioni propagandisti di Putin, politici e militari», ha detto ancora la presidente dell’esecutivo comunitario. Per la ricostruzione dell’Ucraina poi «rintracceremo gli oligarchi che cercano di nascondere o vendere i loro beni per sfuggire alle sanzioni in vista del possibile utilizzo di beni pubblici russi per finanziare la ricostruzione del Paese». Quindi, sul fronte dell’approvvigionamento energetico, ha chiarito che il tetto del prezzo del petrolio significa che «la Russia sta perdendo 160 milioni di euro in entrate ogni giorno. I prezzi del gas in Europa sono oggi più bassi rispetto a prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. L’Europa sta investendo nelle energie pulite e nell’indipendenza energetica come mai prima d’ora. Espandendo le energie rinnovabili, stiamo battendo un record dopo l’altro».

Intervenuto nella plenario di Strasburgo, nel dibattito sulle sanzioni alla Russia, anche l’Alto rappresentante per gli affari esteri dell’Unione europea Josep Borrell. «Abbiamo sostenuto l’Ucraina sul piano militare, economico, finanziario e diplomatico. Abbiamo fatto il massimo ma non basta – ha detto -. Voglio essere chiaro, io non voglio una guerra come nessuno, ma per ottenere un negoziato, per ottenere la pace bisogna aiutare l’Ucraina a vincere la guerra. Per raggiungere la pace dobbiamo continuare a sostenere militarmente l’Ucraina più di quanto abbiamo fatto. Non solo dobbiamo continuare con gli aiuti ma dobbiamo aumentarli», ha sottolineato.

Per Borrell infatti «si può aiutare l’Ucraina militarmente e, allo stesso tempo, fare ogni sforzo diplomatico per portare la pace il prima possibile. Sosteniamoli di più e facciamo più sforzi diplomatici», ha esortato. Guardando quindi alla prossima Assemblea delle Nazioni Unite ha anticipato l’intenzione di chiedere al segretario generale Antonio Guterres di «avviare, se può e vuole, un processo di intermediazione di colloqui in cui finora tutti hanno fallito». Al momento, è l’analisi di Borrell, «la situazione sul campo di battaglia è estremamente preoccupante. Le truppe russe sono oltre 360mila, il doppio rispetto a prima della guerra». Il conflitto «si deciderà questa primavera e questa estate». E per il dopo, «l’Europa deve avere un ruolo. Dobbiamo impegnarci nella ricostruzione dell’Ucraina. Probabilmente – ha rilevato – avremo bisogno di nuovi leader politici in Russia, che sostengano la riconciliazione. In Europa è accaduto dopo la seconda guerra mondiale». Le sanzioni, insomma, «hanno un effetto lento ma certo, ed era quello che avevamo previsto».

16 febbraio 2023