L’esperienza del lockdown vista dai bambini

L’indagine “#iorestoacasae…”, condotta tra 12 Comuni e municipi della rete delle “Città dei bambini”. Il 37,4% si è annoiato. Maschi più sereni delle femmine

Durante la quarantena i bambini italiani hanno fatto per lo più i compiti. Lo hanno raccontato rispondendo alle domande dell’indagine “#iorestoacasae” condotta da Elisa Saioni, Daniela Renzi, Antonella Prisco dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Istc) tra aprile e maggio 2020, tra 12 Comuni e municipi appartenenti alla rete italiana del progetto “La città dei bambini”, che risultavano avere un Consiglio dei bambini o dei ragazzi attivo.

Una fotografia di quelle lunghe giornate in casa nelle quali il 37,4% dei bambini si è annoiato. I maschi hanno provato più emozioni positive (serenità, fiducia, felicità) rispetto alle femmine (56,8% contro 40,5%). Al 90,8% mancavano gli amici e al 57,3% il resto della famiglia. Non uscire di casa però è pesato più alle femmine che ai maschi: 54,8% contro 41,1%. Questi ultimi – bambini e ragazzi – hanno trascorso la maggior parte del tempo in quarantena facendo i compiti (95%) e giocando (82,8%); le femmine hanno realizzato più videochiamate agli amici/ alle amiche rispetto ai maschi (73% contro 58%) e hanno trascorso più tempo sui social (38,1% contro 17,9%), dimostrando un maggiore contatto con l’esterno. Chi ha fratelli o sorelle in casa, ha giocato principalmente con loro (66,9%), in minor misura da solo (15,4%) e ancor meno con i genitori (3%); chi è figlio unico, ha giocato prevalentemente da solo (52,2%) e con i propri genitori (23,9%). I videogiochi sono stati il passatempo preferito.

Il lato positivo è che la pandemia ha permesso anche di imparare nuove attività, come hanno dichiarato in 70 su 100 tra gli intervistati. Tra quelle di maggior successo c’è stato cucinare (55,7%). Insoddisfacenti invece le lezioni a distanza: alla domanda relativa al gradimento, il 55,9% ha risposto con un no.

27 maggio 2021