Leggi razziali, Comunità ebraiche: «Perdono impossibile»

La nota dell’Ucei dopo la lettera di “perdono” di Emanuele Filiberto di Savoia II per la firma da parte del bisnonno al provvedimento del 5 settembre 1938

La replica delle Comunità ebraiche d’Italia è senza appello. «Né l’Unione delle Comunità ebraiche italiane né qualsiasi Comunità ebraica possono in ogni caso concedere il perdono in nome e per conto di tutti gli ebrei che furono discriminati, denunciati, deportati e sterminati. Nell’ebraismo perfino a Dio non si può rivolgere una richiesta di perdono se chi percepisce l’onta e la colpa non si è prima scusato dinanzi alla persona offesa». Si legge così nella nota diffusa dall’Ucei in “risposta” alla lettera di «perdono» di Emanuele Filiberto di Savoia II per la firma del bisnonno Vittorio Emanuele III alle leggi razziali del 5 settembre 1938. Una lettera resa pubblica venerdì sera, 22 gennaio, quando al tramonto comincia la giornata di riposo per gli ebrei. Le risposte delle comunità ebraiche sono arrivate quindi solo a conclusione dello Shabbat, dall’Ucei e dalla Comunità ebraica di Roma.

L’Unione delle Comunità ebraiche italiane sottolinea in particolare il ritardo delle parole del membro di Casa Savoia. «Oggi, dopo 82 anni  – scrivono -, il discendente, il bisnipote Emanuele Filiberto, afferma un sentimento di ripudio e condanna rispetto a quanto avvenuto. Un lasso di tempo molto lungo. Perché ora? Si tratta in ogni caso di un’iniziativa che è da ritenersi ad esclusivo titolo personale, rispondendo ciascuno per i propri atti e con la propria coscienza». Quindi, lo sguarda va al futuro e ai giovani. «Ogni forma di nostalgia di quel regime deve essere severamente affrontata ed arginata – si legge nel testo -. È verso i giovani del nostro Paese, dell’Europa che ci riunisce intorno ai valori fondamentali dell’uomo, che la condanna – non la richiesta di perdono per riabilitare il casato – va rivolta, affinché dicano il più convinto “mai più”».

Anche la Comunità ebraica di Roma prende atto delle dichiarazioni di Emanuele Filiberto di Savoia. «Il rapporto con Casa Savoia, nella storia e nella memoria è noto e drammatico – si legge in un tweet -. Ciò che è successo con le leggi razziali, al culmine di una lunga collaborazione con una dittatura, è un’offesa agli italiani, ebrei e non ebrei, che non può essere cancellata e dimenticata. Il silenzio su questi fatti dei discendenti di quella Casa, durato più di ottanta anni è un’ulteriore aggravante. I discendenti delle vittime non hanno alcuna delega a perdonare né spetta alle istituzioni ebraiche riabilitare persone e fatti il cui giudizio storico è impresso nella storia del nostro Paese».

25 gennaio 2021