Legge sulle intercettazioni, Libera: «Un passo falso»
L’associazione commenta l’approvazione alla Camera della stretta sul loro utilizzo, con il tetto di 45 giorni. «Un duro colpo all’azione di contrasto a mafie e corruzione», affermano
La legge che limita l’uso delle intercettazioni, approvata ieri, 19 marzo, alla Camera, è «un passo falso e un duro colpo all’azione di contrasto a mafie e corruzione». A dichiararlo, in una nota, è Libera, secondo cui «il tetto di 45 giorni per l’uso delle intercettazioni è infatti destinato a limitare fortemente l’incisività di indagini strutturate che, in genere, hanno bisogno di mesi di tempo per maturare. Molti reati, cosiddetti ‘spia’ o minori, sono infatti spesso propedeutici a rivelare sistemi criminali ben più complessi».
L’unica deroga per reati mafiosi «risulta comunque debole – proseguono -, se non collegata ad altri reati che generalmente sono di evidenza mafiosa: come ad esempio quelli per racket ed usura, ma anche corruzione e abusi di potere, traffico di droga, fino a quelli ancora più gravi di omicidio, tutti reati per cui le intercettazioni sono uno dei principali modi per raccogliere prove e che, così, rischieranno di restare impuniti e sui quali cadrà la mannaia del Parlamento». Ancora, «altrettanto grave è la mancata deroga per i reati di femminicidio, stalking e violenza domestica, una contraddizione evidente a seguito della recente approvazione da parte dello stesso Governo Meloni del disegno di legge che introduce il reato di femminicidio».
Per Libera, insomma, «il rischio è che, anziché tutelare la privacy dei cittadini, si finisca per tutelare interessi mafiosi e corruttivi che insistono nella nostra società. Del resto, lo sappiamo, le mafie sono principalmente reti criminali organizzate che fanno delle relazioni col potere economico e politico la chiave del loro perdurare nel tempo».
20 marzo 2025