Legge di stabilità, il Forum: le famiglie non sono tra le priorità

Il presidente Francesco Belletti commenta il parere positivo incassato alla Camera: «La vera priorità è smantellare l’istituto familiare per dare la precedenza all’individualismo e all’assistenzialismo»

Alla fine l’ok della Camera sulla legge di stabilità è arrivato ma «per mettersi al riparo da imboscate il governo ha dovuto fare un massiccio ricorso al voto di fiducia». È il commento del presidente del Forum famiglie Francesco Belletti, che sottolinea come «l’annichilimento del dibattito politico» sia stato «un ulteriore e ben chiaro messaggio che conferma come le famiglie non rientrano tra le priorità dell’esecutivo e che anzi la vera priorità è smantellare l’istituto familiare per dare la precedenza all’individualismo e all’assistenzialismo».

Da un lato, spiega Belletti, «si nega il riconoscimento dei carichi familiari nell’assegnazione del famoso “bonus” di 80 euro, quasi un simulacro della politica governativa, che di fatto è un’erogazione ‘”a pioggia”; dall’altro, nel giro di un mese si sono snellite le procedure per il divorzio al punto da varare quello senza separazione (sempre rigorosamente, per decreto-legge e voto di fiducia) con la scusa di alleggerire il carico dei Tribunali. Nel frattempo, come se non bastasse, al Senato sta correndo il ddl sul “divorzio breve”».

Per il presidente del Forum delle associazioni familiari, «le poche misure “familiari” risultano quasi insignificanti nel complesso degli interventi – si legge in una nota diffusa ieri, lunedì 1° dicembre – e insufficienti a migliorare la situazione delle famiglie, sempre più penalizzate dalle politiche e dagli interventi dei governi degli ultimi anni come dimostrano i più recenti studi in materia». Quello che resta è «una logica di sole elargizioni di emergenza, per situazioni di bisogno oggettivamente critiche, ma sulle quali manca la continuità del sostegno e la strategia politica di vedere la famiglia come risorsa».

Ancora una volta, aggiunge, «non ci sono politiche a misura dei diritti della famiglia, su cui costruire equità e sviluppo a partire dalla famiglia, ma interventi effimeri, selettivi, e soprattutto affidati al buon cuore del governo nel gestire gli eventuali e marginali residui di bilancio. Insomma, un altro governo della famiglia a piè di lista». Di qui la richiesta che «al Senato si possa svolgere un rinnovato e concreto dibattito sugli interventi della legge di stabilità» e soprattutto «si torni a parlare di famiglia come primario motore di sviluppo del Paese e imprescindibile fattore di coesione sociale».

2 dicembre 2014