Legge 194, associazioni pro-vita: «Bene calo aborti ma attenzione a pillola»

Scienza&Vita e Movimento Italiano per la Vita accolgono con favore la relazione presentata in Parlamento. Restano alti gli aborti tra le straniere

Scienza&Vita e Movimento Italiano per la Vita accolgono con favore la relazione presentata in Parlamento. Restano alti gli aborti tra le straniere

Una «riduzione progressiva del numero totale di aborti e del tasso di abortività». A riportarlo è la relazione annuale sulla Legge 194/78, presentata al Parlamento nei giorni scorsi. «Una buona notizia – ha commentato Paola Ricci Sindoni, presidente nazionale dell’Associazione Scienza&Vita -, anche se stimola altre riflessioni». E in primis, nota Sindoni, il fatto che a incidere su questo dato ci sia anche «il contributo non espresso dei cosiddetti anticoncezionali di emergenza, sul cui reale meccanismo di funzionamento “preventivo” permangono molti dubbi».

Tuttavia, «i dati evidenziano un minore ricorso all’aborto tra le giovani in Italia rispetto a quanto registrato negli altri Paesi dell’Europa occidentale e questo ci fa ben sperare sulla consapevolezza del valore della vita nei nostri giovani». Nonostante ciò, aggiunge Ricci Sindoni, «il decremento va inserito anche nel contesto di una denatalità complessiva che il nostro Paese sta attraversando e su cui sono necessari interventi politici e sociali non rinviabili. Ricordiamo che proprio papa Francesco ha lanciato un duro monito riguardo le troppe donne che sono costrette a scegliere tra un figlio e un lavoro. Questo terribile bivio non dovrebbe esistere in nessun luogo del mondo ed è sulla tutela dei più deboli che si misurano coesione e solidarietà di una democrazia».

Della stessa idea è il presidente del Movimento per la vita italiano (Mpv), Gian Luigi Gigli, il quale sottolinea l’alto numero di donne straniere che ricorrono all’interruzione volontaria di gravidanza: «se da un lato potrebbe essere frutto fi una diversa cultura, dall’altro richiama l’importanza delle difficoltà economiche, sottolineando l’inadeguatezza di una legge che pure avrebbe come obiettivo la proposta di soluzioni alternative». Infine, Gigli lamenta «la mancanza di dati sull’opera di prevenzione dei consultori che costituisce ancora una volta il limite maggiore della relazione».

 

3 novembre 2015