Legge 185, Banca Etica: «Soddisfazione per il rinvio della discussione»

Le Commissioni Esteri e Difesa di Montecitorio hanno chiesto di rimandare a marzo il dibattito sul ddl di modifica della legge sull’export di armi italiane. «Apprezzamento» della campagna

Banca Etica, insieme alla campagna “Basta favori ai mercanti di armi”, esprime «soddisfazione» per la decisione presa mercoledì 12 febbraio dalle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Montecitorio, che hanno chiesto di rinviare fino a marzo la discussione in Aula sul ddl 1730 di iniziativa governativa che vuole modificare la legge 185 del ‘90 che regola l’export di armi italiane. «La nostra mobilitazione – spiegano dalla Campagna -, sostenuta da oltre 200 organizzazioni della società civile, fin dall’inizio dell’iter parlamentare di questo provvedimento si è attivata in difesa di una norma che in 35 anni, pur se depotenziata nel corso degli anni, continua a garantire livelli ragionevoli di controllo e trasparenza su un ambito cruciale e problematico come l’export di armamenti. Un’azione – aggiungono – che si è dispiegata con prese di posizione pubbliche e iniziative di comunicazione, e con l’elaborazione di proposte emendative».

A parlare, per Banca Etica, è la presidente Anna Fasano. «Insieme alla campagna “Basta favori ai mercanti di armi” e a tante organizzazioni che fanno parte dei soci di riferimento di Banca Etica (Arci, Agesci, Aiab, Acli, Altromercato, Cnca, Emmaus, Confcooperative, Consorzio Cgm, Caritas Italiana, Gruppo Abele, Legacoop, Libera, Manitese, Movi, Oxfam), esprimiamo apprezzamento per l’azione dei molti parlamentari dei partiti di opposizione che sono intervenuti su diversi aspetti specifici, anche riprendendo le nostre proposte», dichiara, esprimendo l’auspicio che «queste settimane in più – preziose per approfondimenti e riflessioni – non configurino solo un rinvio “procedurale” e tecnico ma vengano utilizzate dal governo e da tutte le forze parlamentari come occasione di confronto nel merito anche delle nostre proposte».

Indipendentemente dalla valutazione che si può avere dell’industria militare infatti, evidenzia Fasano, la modifica attualmente in corso di approvazione, se confermata, «creerebbe  buchi normativi e fragilità decisionali davvero rilevanti, anche per quanto riguarda la trasparenza sull’operato delle banche che finanziano produzione ed export di armi: non possiamo permettercelo su un tema così delicato. Per tali motivi rinnoviamo la nostra disponibilità al confronto con tutte le forze politiche, per illustrare le nostre proposte e la nostra posizione».

14 febbraio 2025