Legalità e giustizia, il caso “Mondo di mezzo”

Ne hanno parlato a San Pio X Alfonso Sabella, assessore alla Legalità della giunta Marino, e Raffaele cantone, ex presidente Anac. La via della trasparenza

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’ha definita «furto di democrazia». Parliamo della corruzione, che per il magistrato Raffaele Cantone «distrugge la concorrenza e deprime il merito». Il collega Alfonso Sabella porta come esempio lampante di meritocrazia relegata all’ultimo posto nella scala dei valori l’inchiesta “Mafia Capitale” che, con 13mila gare d’appalto senza regolare bando fatte in somma urgenza e con procedure negoziate, ha scoperchiato «un sistema criminale che aveva tolto servizi essenziali ai più fragili e sottratto denaro ai cittadini». Nel 2014, in pieno scandalo “Mondo di mezzo”, Sabella fu nominato assessore alla Legalità e trasparenza nella giunta Marino – ricevendo l’anno successivo anche la delega al litorale di Ostia -, riscontrando al Comune di Roma «livelli di follia totale».

L’attività corruttiva è stata al centro del nuovo appuntamento del ciclo “Conversazioni a San Pio x”, sul tema “Il senso della legalità per essere operatori di giustizia”, svoltosi ieri sera, 12 febbraio, nella parrocchia San Pio X alla Balduina. Moderata dal magistrato Agatella Giuffrida, la conferenza ha messo in chiaro che la piaga della corruzione non può essere demandata alla giustizia perché quando questa interviene il reato è già stato commesso. Investe tutti i cittadini: basti pensare ai danni causati nel settore della sanità. L’arma per vincerla è la trasparenza.

agatella giuffrida, raffaele cantoneRaffaele Cantone, ex presidente dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione), in prima linea nelle indagini sul clan camorristico dei Casalesi – per questo sotto scorta dal 2003 -, da fine gennaio è collaboratore della commissione parlamentare antimafia. Per alcuni, ha detto, «la corruzione è il vero “lubrificante” degli affari» perché, ha aggiunto Sabella, molti ritengono che il rispetto delle regole «determini il rallentamento della burocrazia». Entrambi hanno spiegato che si tratta di una «falsità» in quanto il tempo impiegato nei controlli preventivi per avviare «gare d’appalto vere e senza tangenti» è tempo guadagnato. A riprova del fatto che la pratica corruttiva sia un danno per tutti i cittadini, Cantone ha spiegato che nei Paesi dove è più alto il tasso di corruzione si registra una conseguente e significativa “fuga dei cervelli”. «È una piaga che si può prevenire – ha affermato – perché la corruzione trova il suo fondamento nella scarsa attenzione che si presta agli interessi pubblici. È alimentata da chi sostiene che solo le amministrazioni devono interessarsi della cosa pubblica».

andrea celli, alfonso sabella, agatella giuffridaDurante la sua esperienza in Campidoglio Sabella si è imbattuto «in persone capaci ma disoneste e in persone molto oneste ma totalmente incapaci». Non ha nascosto la sua «indignazione» per quello che ha scoperto, per il muro lungo chilometri che costringe i romani «a pagare il pizzo per andare al mare» e il suo rammarico per il mancato avvio alla centrale unica di committenza. «Era una buona idea – ha dichiarato -, uno strumento utile che è stato inspiegabilmente messo in un cassetto». Definendo la corruzione «humus dell’illegalità diffusa», ha spiegato che nella Capitale si «creano le emergenze. Se si sa che nei mesi invernali il clima è rigido – ha detto entrando nel dettaglio – perché attendere “l’emergenza freddo” per agire e non fare gare di appalto ad agosto?». Ha più volte messo in risalto l’importanza del rispetto delle regole che eviterebbe anche a Roma di avere «cantieri aperti da anni». Nella sua vita ha spiegato di aver “conosciuto” quattro tipi di mafie. Negli anni ’70 quella che conviveva con lo Stato; successivamente c’è stata la mafia che ha attaccato lo Stato, poi nel 2000 quella che trattava con lo Stato, oggi quella che ha compreso che «conviene comprarsi lo Stato». Per questo, ha rimarcato, la legalità non può essere più un obiettivo ma la base di partenza. In questo Paese è necessaria maggiore prevenzione e meno cura della soluzione».

Cantone ha invitato tutti «a diffidare di chi dice che la legalità e il rispetto delle regole rappresentano un impedimento, perché dovrebbero spiegare l’alternativa per gestire il denaro pubblico». Esempio: quanto accaduto a Milano dopo gli arresti del maggio 2014 dove scoppiò una nuova tangentopoli sul caso Expo. «Contro ogni previsione Expo aprì l’anno successivo – ha affermato -: è la prova che le regole applicate in modo intelligente ottengono buoni risultati». Rispondendo alle domande del pubblico si sono detti entrambi contrari all’abolizione del reato di abuso d’ufficio proposta da Salvini.

Il parroco, don Andrea Celli, si è soffermato sul rapporto esistente tra giustizia divina e giustizia umana: «Due realtà legate e interconnesse». La prima, ha detto, supera la giustizia umana perché «si avvicina al concetto di carità e solo mettendo in pratica la carità di Cristo saremo operatori di giustizia».

13 febbraio 2020