Lega Pro e Fondazione Gemelli insieme per la salute dei calciatori
Siglato un accordo per un progetto di prevenzione e tutela. Al centro, le patologie cardiologiche degli atleti, difficili da individuare con normali esami
Siglato un accordo per un progetto di prevenzione e tutela. Al centro, le patologie cardiologiche degli atleti, difficili da individuare con normali esami
Dopo il progetto del “Passaporto ematico per i calciatori”, la Lego Pro promuove un’altra iniziativa per la prevenzione e la tutela della salute dei calciatori. E come partner sceglie la Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli, in particolare il “Centro Benito Stirpe per la prevenzione della morte improvvisa del giovane atleta”, centro di ricerca nato grazie al presidente del Frosinone Calcio Maurizio Stirpe. Osservate speciale: le patologie cardiologiche negli atleti, soprattutto quelle più subdole, difficili da individuare con normali esami, che sono l’oggetto principale dell’accordo. Tra i punti principali dell’intesa siglata questa mattina, dunque, ci sono prestazioni a tariffe agevolate, servizi ed esami specifici.
«Siamo soddisfatti dell’accordo col Policlinico Gemelli, che è un partner di comprovata esperienza e qualità – ha commentato in conferenza stampa il vice presidente della Lego Pro Mauro Grimaldi -. Riteniamo che sia fondamentale preoccuparsi non soltanto di ciò che accade sul rettangolo di gioco ma anche di aspetti che riguardano la prevenzione e la tutela della salute. Questa iniziativa, assieme alle altre portate avanti dalla Lega Pro – ha continuato -, permette di tutelare la salute dei tesserati e non soltanto dei giocatori delle prime squadre ma anche di coloro che militano nei settori giovanili, che possono essere più esposti a gravi patologie».
Soddisfazione anche nelle parole del direttore generale del Gemelli Enrico Zampedri. «Siamo davvero lieti – ha detto – di suggellare oggi pubblicamente la collaborazione con la Lega Pro, uniti nell’obiettivo della tutela della salute degli atleti, in particolare dei calciatori, per contrastare un evento che quando avviene è sconvolgente qual è la “morte improvvisa” durante la pratica sportiva più popolare e appassionante in Italia come il calcio, che coinvolge un numero enorme di giovani». Queste tragedie, ha spiegato, spesso «possono essere evitate con una accorta e avanzata attività di prevenzione grazie a esami e screening specialistici che il nostro Centro di Medicina dello Sport mette a disposizione con grande e riconosciuta competenza agli atleti e alle società sportive. Siamo certi che da questa collaborazione verranno risultati importanti sul piano clinico e della ricerca a tutela della vita umana, ma anche sul piano della crescita della cultura della prevenzione».
Il Centro Benito Stirpe opera all’interno del Centro di Medicina dello Sport del Policlinico Gemelli, diretto da Paolo Zeppilli, professore ordinario e direttore della Scuola di specializzazione in Medicina dello Sport della Cattolica, che metterà a disposizione di tutte le società di Lega Pro e dei loro calciatori l’esperienza e professionalità maturata all’interno dell’Università Cattolica e del Policlinico Gemelli e affinata “sul campo” durante il lungo periodo nel quale è stato medico della Nazionale di calcio. «Sono orgoglioso che la Lega Pro abbia scelto noi – afferma Zeppilli -. Ci proponiamo non solo di continuare la nostra opera di cardiologia preventiva applicata allo sport ma di esplorare insieme alla Lega Pro nuove frontiere scientifiche, quale per esempio la valutazione di calciatori di varie etnie provenienti da ogni parte del mondo, che pongono spesso dubbi diagnostici a causa della diversità dei loro elettrocardiogrammi e dei loro cuori. La Lega Pro, con le sue 60 prime squadre e i rispettivi settori giovanili, è uno straordinario laboratorio di ricerca».
Assente all’incontro il presidente Lega Pro Gabriele Gravina, che sottolinea comunque l’impegno della Lega nella prevenzione e nella tutela della salute dei calciatori. «È un’attività in cui crediamo fermamente e che sviluppiamo in sinergia con altre importanti realtà. È un nuovo tassello, che si lega ad altri progetti come quello per i defibrillatori destinati agli stadi in cui si giocano le partite del nostro campionato. Con la stessa filosofia- spiega -, è nata la nostra adesione al progetto del passaporto ematico, che è stato sperimentato già quest’anno con un gruppo di società».
3 maggio 2017