L’educazione dei giovani: il “sogno” della Chiesa di Roma

L'incontro di preghiera promosso dal Cor con le associazioni che si occupano dei bambini e dei ragazzi, all'interno del cammino sinodale. Il vescovo Ricciardi: «Non sempre è facile ascoltare, comprendere e guidare le nuove generazioni, ma sappiamo che sono un dono prezioso»

Insieme per sognare e pregare per il proprio servizio nell’educazione delle giovani generazioni: per questo si sono date appuntamento ieri sera, 31 gennaio, nella memoria di san Giovanni Bosco, le tante realtà romane che si dedicano all’evangelizzazione dei più piccoli. “L’educazione è cosa del cuore”: questo il tema dell’incontro di preghiera promosso dal Centro oratori romani (Cor) nella basilica del Tuscolano dedicata al “santo dei giovani”, che ha visto la partecipazione di Azione cattolica dei ragazzi (Acr), Agesci, Anspi, Federazione scout d’Europa (Fse), Salesiani don Bosco. Con loro anche l’Equipe sinodale della diocesi di Roma. «È bello essere il sogno di Dio! Quando diciamo il nostro si, il nostro eccomi, questo sogno diventa realtà – ha sottolineato il vescovo Paolo Ricciardi nel suo saluto finale -. Tornando nelle nostre case stasera sentiamoci “sognati” da Dio e anche desiderosi di continuare con la passione dell’educazione a trasmettere questo sogno bello di amore, di pace, di fraternità. La Chiesa di Roma ha il sogno di tutti i giovani di questa città: non sempre è facile ascoltarli, comprenderli, guidarli ma sappiamo che sono un dono prezioso».

L’adorazione eucaristica a San Giovanni Bosco, animata a più voci dalle varie realtà associative presenti, ha raccolto sacerdoti, catechisti, educatori e religiosi, tutti insieme per dire che il cammino sinodale non rappresenta l’ennesimo progetto ma, come ha spiegato don Alfredo Tedesco, direttore del Servizio diocesano di pastorale giovanile, «è qualcosa che possiamo chiedere solo se ci mettiamo in ginocchio davanti al Signore, in ascolto della sua Parola e nell’adorazione. È Lui che può renderci da tanti, frammentati e presi da mille progetti diversi, un’unica cosa in Lui». Nelle parole del sacerdote, «tutti uniti da quella grande missione che è l’educazione dei piccoli, dei giovani, degli adolescenti, dobbiamo mettere insieme le bellezze che ciascuno di noi ha. Siamo tanti e diversi ma se ci mettiamo insieme – ha osservato – l’azione di evangelizzazione diventa il segno più bello di credibilità del Vangelo. Vogliamo mettere davanti al Signore questo grande sogno di raggiungere questo popolo numeroso di giovani che sembrano essere molto lontani dal nostro recinto, di essere Chiesa in uscita, come nel sogno di Arnaldo Canepa, di don Bosco e di tutti quei santi che hanno avuto a che fare con loro».

La preghiera è stata così messa al centro del cammino comune. «A volte ce lo scordiamo – è la riflessione di Alessandro, educatore dell’Agesci – presi dalle tante attività che svolgiamo, ma questa è la chiave per entrare nel cuore dei nostri ragazzi». Una preghiera che vuole porsi all’inizio del cammino sinodale, come testimonia Marilena responsabile dell’Acr di Roma: «Vogliamo pregare insieme, noi tutti che ci occupiamo dei più piccoli. È importante che la sinodalità passi anche da bei momenti di preghiera vissuti insieme». Una preghiera per presentare al Signore la difficoltà del momento presente, come ricorda Alessio, dell’Anspi. «Siamo in una emergenza educativa impressionante – le sue parole -, dopo due anni complessi, e siamo chiamati a riaccendere questo fuoco. Nella preghiera insieme mettiamo tutto questo davanti al Signore».

Nella basilica di San Giovanni Bosco ieri sera il silenzio e la preghiera personale si sono alternati con le parole di don Bosco e i brani della Christus Vivit. «Dall’entusiasmo nell’aderire a questa iniziativa da parte di tutte le realtà presenti – confida Tamara, del Centro oratori romani – ci siamo resi conto che abbiamo davvero bisogno di confrontarci, cominciando innanzitutto dal pregare  insieme».

1° febbraio 2022