Le risposte alle «domande grandi dei bambini»

Il libro di Andrea Lonardo e Maurizio Botta sugli interrogativi dei piccoli che frequentano la catechesi sacramentale. «Ma non è un catechismo ufficiale»

Il libro di Andrea Lonardo e Maurizio Botta sugli interrogativi dei piccoli che frequentano la catechesi sacramentale. «Ma non è un catechismo ufficiale»

Se Dio è amore, perché ha mandato a morire suo figlio e non è venuto lui? Ma se vado in Paradiso e incontro Maometto al posto di Gesù, che succede? Mamma, ma se tu muori mi amerai ancora? Faccio bene a sposarmi? Cosa si prova a diventare papà? Che differenza c’è tra la scimmia e l’uomo primitivo? Perché c’è l’universo? Ma insomma, questo Dio è uno o sono tre? Sono, queste, solo alcune delle domande che dimorano nel cuore dei bambini: non sempre affiorano alle labbra, e quando accade mettono in crisi gli adulti destinatari del quesito. Questi interrogativi, raccolti da monsignor Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio Catechistico diocesano, e dall’oratoriano padre Maurizio Botta, vicario parrocchiale a Santa Maria in Vallicella, compongono l’ossatura del volume Le domande grandi dei bambini, pubblicato in questo giorni dall’editrice Itaca.

Ripartito in nove capitoli, ciascuno ispirato a un grande interrogativo veramente posto dai bambini – strafalcioni grammaticali inclusi -, il volume è pensato per chi frequenta la catechesi in preparazione della prima comunione anche se, precisa Lonardo, «non si tratta di un catechismo ufficiale, perché è bene che ognuno sia libero di utilizzare i testi che ritiene più adatti». Per tre anni i due autori hanno raccolto le domande vere dei bambini, durante gli incontri di catechismo e poi estendendo il sondaggio sul web. «Mi sono accorto nel corso degli anni che davvero i bambini fanno domande difficili, folgoranti», racconta Botta. La vita, l’affettività, ma anche il dolore, la morte, la sofferenza, la fede: non manca niente, nella tavolozza degli interrogativi infantili, «che tutto sono, meno che infantili. I bambini non vivono in un mondo fatato, amano essere presi sul serio ed esigono risposte oneste». Non sempre facili da dare: «Noi adulti, catechisti o genitori, ci troviamo spesso spiazzati, ma occorre trovare il coraggio di essere credibili davanti a quegli occhi profondi che i bambini hanno. Non vogliamo che vengano trattati in maniera infantile e desideriamo che i catechisti siano più coscienti delle domande grandi che i bimbi portano nel cuore, domande alle quali dobbiamo rispondere».

Ogni domanda viene affrontata in chiave duplice: da una parte padre Maurizio si rivolge direttamente ai bambini, mentre monsignor Lonardo parla ai genitori «perché avvertano che la Chiesa ha cura di loro». Nel volume vengono inoltre forniti «suggerimenti per il dialogo. L’infantilizzazione della catechesi è da contrastare e non basta indicare metodologie astratte – sottolinea Lonardo – dal momento che i catechisti hanno bisogno di un punto di riferimento: parole, riflessioni, immagini che comunque li lascino liberi. L’approccio è esperienziale, parte dai bisogni emergenti dal basso ma li sviluppa in modo creativo e nuovo. Basti pensare alle tavole disegnate da Andrea Pucci, che ha realizzato temi “difficili” mettendo nero su bianco – in modo non descrittivo ma evocativo – la Trinità e il passaggio dall’australopiteco all’uomo. E l’appendice è ricca di riferimenti a video e altri testi scritti che possono aiutare ad approfondire». La catechesi non è una cosa stantìa, precettistica, «bensì chiede: “Ti sei mai chiesto se vale la pena essere felice?” Ogni bambino ha dentro di sé grandi domande sull’infinito: i più piccoli vogliono sapere non come si fa una cosa ma perché la si fa: in questo – conclude il direttore dell’Ufficio catechistico – consiste il loro essere davvero grandi».

12 settembre 2016