Le reliquie di Teresa di Calcutta nella basilica lateranense

La teca con un battuffolo di cotone intriso del sangue accanto all’altare maggiore. Suor Elia: «Abbiamo consegnato la Madre al mondo intero»

La teca con un battuffolo di cotone intriso del sangue accanto all’altare maggiore. Suor Elia, della postulazione: «Abbiamo consegnato la Madre al mondo intero»

«La Madre ora non è più nostra ma della Chiesa». Questa la «sensazione» avvertita da suor Elia, Missionaria della carità di Madre Teresa, che, con la consorella suor Lynn Mascarenhas, vice postulatore per la canonizzazione della fondatrice, ieri pomeriggio, 5 settembre, ha attraversato la lunga navata della basilica di San Giovanni in Laterano con il reliquiario contenente un batuffolo di cotone intriso del sangue della santa di Calcutta. La teca è stata posta accanto all’altare maggiore sotto un grande ritratto della santa albanese.

Tanti i fedeli, per lo più stranieri, che hanno atteso l’arrivo delle reliquie recitando il rosario, la preghiera tanto cara a Madre Teresa, guidato da monsignor Giacomo Ceretto, fabbriciere della basilica papale. La reliquia ha fatto il suo ingresso in basilica tra due ali di fedeli ed è stata accolta dal vescovo Luca Brandolini, vicario del cardinale arciprete della basilica papale, e dal Capitolo lateranense. Tutti avrebbero voluto almeno sfiorare o poggiare ad essa una foto o un oggetto caro.

«Entrando in basilica ho avuto la sensazione che da questo momento la Madre non è più solamente nostra, della sua famiglia, ma l’abbiamo consegnata alla Chiesa, al mondo intero» spiega suor Elia, 50 anni, originaria dell’Austria, che lavora all’ufficio della postulazione di Madre Teresa. «Sono state giornate molto lunghe – prosegue -, sono molto stanca ma felice». Ha conosciuto la santa di Calcutta, le è stata accanto per alcuni anni e sorride quando le si chiede cosa significhi avere un’amica santa. «Senza dubbio proviamo tutti una gioia immensa – afferma – ma per noi, per la sua famiglia, non è cambiato nulla: per noi la Madre è sempre stata santa. Ora c’è il riconoscimento ufficiale».

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«Accogliamo le reliquie di Madre Teresa con immensa gioia – ha affermato monsignor Brandolini -. Durante l’ingresso delle reliquie in basilica è stato intonato il salmo 44 che canta l’incontro sponsale tra la Chiesa e Gesù: proprio per esprimere la volontà di seguire l’esempio e l’insegnamento di Madre Teresa». Tra i fedeli in basilica anche padre Joseph Varickamackal, parroco della chiesa St. Antony Parish a Bryan, una cittadina degli Stati Uniti nello stato del Texas, giunto a Roma da alcuni giorni con un gruppo di parrocchiani per partecipare alla canonizzazione di Madre Teresa. Originario dell’India ha incontrato la santa di Calcutta nel 1973 e nel 1974 quando la Madre si recò in visita nel seminario nel quale studiava a Kottayam una città dello Stato di Kerala in India. Aveva 23 anni quando ha avuto la possibilità di parlare con la Madre e custodisce gelosamente una fotografia in bianco e nero che li ritrae insieme. «Ho avvertito subito che ero in presenza di una santa – racconta -: c’era un alone di santità intorno a questa piccola donna dalla grande umiltà che trasmetteva tanta energia positiva. La considero un’amica e l’ho sempre sentita vicina al mio cuore. Non potevo quindi mancare con i miei parrocchiani alla Messa per sua la canonizzazione. Chiunque abbia avuto la possibilità di incontrarla e parlarci un momento non potrà mai dimenticarla. Per me era santa già da viva».

Le reliquie rimarranno esposte alla venerazione dei fedeli anche oggi, martedì 6 settembre, dalle 7 alle 18, nella basilica di San Giovanni, mercoledì 7 e giovedì 8 settembre, dalle 9 alle 18, nella chiesa dei Santi Andrea e Gregorio al Celio (piazza San Gregorio 1), dove sarà anche possibile visitare la stanza di Madre Teresa nel convento di San Gregorio, dove alloggiava durante le sue visite a Roma.

6 settembre 2016