Indagare sulle atrocità commesse dall’esercito birmano contro la minoranza musulmana dei Rohingya. È la richiesta che arriva alle Nazioni Unite da 13 organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani. «L’istituzione di una commissione sotto il mandato dell’Organizzazione delle Nazioni Unite o un meccanismo simile – scrivono in una lettera diretta alla Commissione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra – è il minimo per garantire la giustizia». I firmatari, tra i quali anche Amnesty International, chiedono anche di prevenire, in modo significativo, le violenze contro le minoranze che si trovano in situazioni di pericolo.

L’Agenzia Fides rende noto che il relatore speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani in Myanmar dopo aver visitato la zona ha avvertito della cattiva situazione che attraversa la popolazione Rohingya nei campi profughi in Bangladesh e chiesto misure urgenti. Nel frattempo, il vice direttore di Hrw – altro firmatario del documento – in Asia ha sostenuto l’appello e denunciato il silenzio mantenuto dalla comunità internazionale per ciò che sta accadendo nel Paese asiatico.

In Myanmar, dove prevalgono i buddisti, esiste una lunga storia di discriminazione e persecuzione contro i musulmani, e i Rohingya sono considerati immigrati illegali. Tuttavia la comunità internazionale e i gruppi per i diritti umani assicurano che questa minoranza musulmana ha radici storiche nel territorio birmano. Almeno 73mila rohingya sono fuggiti in Bangladesh per la brutalità dei militari birmani che, secondo numerose organizzazioni, hanno commesso ogni tipo di abusi contro questa minoranza.

7 marzo 2017