Le opere di misericordia, “guida” alla Gmg 2016

Reso noto il Messaggio di Francesco per il XXI raduno mondiale, a Cracovia dal 25 al 31 luglio 2016. Un «vero e proprio Giubileo dei giovani»

Reso noto il Messaggio di Francesco per il XXI raduno mondiale, a Cracovia dal 25 al 31 luglio 2016. Un «vero e proprio Giubileo dei giovani»

«A voi giovani, che siete molto concreti, vorrei proporre per i primi sette mesi del 2016 di scegliere un’opera di misericordia corporale e una spirituale da mettere in pratica ogni mese», prendendo a modello la figura di santa Faustina Kowalska, «umile apostola della Divina Misericordia nei nostri tempi». È la proposta di Francesco ai giovani di tutto il mondo, contenuta nel suo Messaggio per la XXXI Gmg in programma a Cracovia dal 25 al 31 luglio 2016. Un testo diffuso ieri, lunedì 28 settembre, intitolato proprio “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”, che inserisce la Giornata mondiale della gioventù di Cracovia nell’Anno Santo della misericordia, come «un vero e proprio Giubileo dei giovani a livello mondiale».

La misericordia di Dio, scrive Francesco, «è molto concreta e tutti siamo chiamati a farne esperienza in prima persona». Come è accaduto a lui quando, a 17 anni, racconta, incontrò in chiesa «un sacerdote che mi ha ispirato una particolare fiducia e ho sentito il desiderio di aprire il mio cuore nella Confessione. Quell’incontro mi ha cambiato la vita!». Di qui l’invito ad aprire il cuore «con umiltà e trasparenza», scoprendo «il confessionale come il luogo della misericordia». Il criterio del giudizio di Dio, ricorda il pontefice, sono le opere di misericordia. «Dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti»: queste le opere di misericordia corporale che riporta alla memoria dei ragazzi. E insieme a queste, quelle di misericordia spirituale: «Consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti».
Quello che viene tracciato è «un programma di vita molto concreto ed esigente perché implica delle opere». Niente a che vedere col “buonismo” o con quello che Francesco definisce «mero sentimentalismo». Nella misericordia, osserva, «c’è la verifica dell’autenticità del nostro essere discepoli di Gesù, della nostra credibilità in quanto cristiani nel mondo di oggi». Credibilità che è l’altro nome della concretezza. A cominciare da quella che il Papa stesso presenta come una delle opere di misericordia «più evidenti ma forse tra le più difficili da mettere in pratica»: perdonare le offese, «chi ci ha fatto del male, coloro che consideriamo come nemici».
Nelle parole del pontefice c’è il ricordo dell’incontro con tanti giovani «che dicono di essere stanchi di questo mondo così diviso, in cui si scontrano sostenitori di fazioni diverse, ci sono tante guerre e c’è addirittura chi usa la propria religione come giustificazione per la violenza. Dobbiamo supplicare il Signore di donarci la grazia di essere misericordiosi con chi ci fa del male. L’unica via per vincere il male è la misericordia. La giustizia è necessaria, eccome, ma da sola non basta. Giustizia e misericordia devono camminare insieme».
In conclusione, ancora un appello ai giovani, deciso e appassionato, a non aver paura di «fissare i suoi occhi colmi di amore infinito nei vostri confronti». Gesù misericordioso, scrive Francesco, «vi aspetta». E ancora: «Lasciatevi raggiungere dal suo sguardo misericordioso, pronto a perdonare ogni vostro peccato, uno sguardo capace di cambiare la vostra vita e di guarire le ferite delle vostre anime. Lasciatevi toccare dalla sua misericordia senza limiti per diventare a vostra volta apostoli della misericordia mediante le opere, le parole e la preghiera, nel nostro mondo ferito dall’egoismo, dall’odio, e da tanta disperazione».
29 settembre 2015