Le Nazioni Unite premiano i corridoi umanitari

Il Premio Nansen 2019 assegnato dall’Unhcr all’esperienza che dal 2015 ha permesso di portare oltre 2.600 persone in Italia in piena legalità e sicurezza

È andato ai corridoi umanitari il Premio Nansen 2019, con cui ogni anno l’Alto commissariato Onu per i rifugiati premia singoli individui o realtà associative che si distinguono per il sostegno prestato ai rifugiati nel mondo. Dietro ai “corridoi”, che hanno permesso di portare oltre 2.600 persone in Italia in legalità e sicurezza, ci sono Comunità di Sant’Egidio, Tavola Valdese e Federazione delle Chiese evangeliche italiane, in collaborazione con le istituzioni italiane, la Cei e Caritas italiana.

Il «Premio Nobel per i rifugiati», ha dichiarato la portavoce di Unhcr in Italia Carlotta Sami, nel corso di una conferenza stampa svoltasi ieri, 18 settembre, va a una «esperienza straordinaria nata dopo il tragico naufragio del 2013», in cui persero la vita nel Mediterraneo 368 persone che cercavano di raggiungere l’Europa. Dopo quell’evento, ha proseguito Sami, «le associazioni hanno deciso di fare qualcosa di concreto per i rifugiati che fuggono da condizioni terribili». Perché spesso, ha ricordato la portavoce, «per salvarsi dalle condizioni in cui vivono, queste persone sono costrette a esperienze ancora più pericolose», come coloro che fuggendo dalla guerra, dalle persecuzioni o dalla detenzione forzata in Libia, accettano di salire su imbarcazioni precarie o di attraversare interi continenti a piedi.

«Questo premio – ha detto Luigi Maria Vignali, del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale – è importante perché da un lato riconosce chi si impegna per aiutare queste persone vulnerabili; dall’altro, è fondamentale per cambiare la narrativa sugli stranieri». Perché in questo periodo, ha sottolineato Vignali, anche parole semplici come “buono” sembrano aver acquisito una valenza negativa: «Pensiamo al termine “buonista”». Invece è giusto «raccontare storie buone». Il dirigente ha quindi evidenziato l’impegno del ministero con i “corridoi” e l’Unhcr, per trasferire in Italia migranti e rifugiati: «La Farnesina c’è».

Un impegno ribadito anche da Michele Di Bari, del ministero dell’Interno, come la Farnesina firmatario del protocollo per realizzare i corridoi. «Il tema della migrazione richiede risposte multiple, e questo premio che esalta la collaborazione tra privato e pubblico, legalità e umanità, è ciò che noi, come istituzioni, siamo chiamati a esprimere» ha detto Di Bari, secondo il quale gli Interni in questi anni «hanno voluto fortemente attività di questo tipo» e le «scelte sinergiche sono la risposta giusta».

Il primo corridoio, attivato nel dicembre 2015 in risposta al sempre crescente numero di morti in mare, ha visto il trasferimento di 1.035 rifugiati, soprattutto di origine siriana, dal Libano. Il secondo, attivato nel gennaio 2017, ha consentito il trasferimento dall’Etiopia di 498 rifugiati provenienti prevalentemente da Eritrea e Somalia. Infine il terzo, attivato nel novembre 2017, ha permesso di trasferire altri 595 rifugiati siriani dal Libano. Inoltre, nel maggio 2019 è stato firmato un quarto protocollo di intesa che prevede il trasferimento di altri 600 rifugiati da Giordania, Etiopia e Niger. Gli enti promotori, è stato ricordato, si sono impegnati a provvedere a tutte le spese dal trasferimento all’accoglienza.

19 settembre 2019