Le Monache Celesti: «Siamo nati per la gioia»

Dal loro monastero sulla Portuense, e religiose accolgono il grido del mondo, «sempre unite a Cristo». Le «vitamine della fede» e la guida di Papa Francesco

Le vesti celesti e le voci  squillanti danno un senso di pace. Un’oasi in un deserto. Lì vivono le monache dell’ordine della Santissima Annunziata, detto delle (Turchine) Celesti, sulla Portuense.  Nel Monastero ci sono 10 consacrate e 3 sorelle in formazione con un’età compresa che va dai 23 ai 74 anni. «Non dobbiamo solo interrogarci su quanti siano i consacrati ma soprattutto su chi siamo. Noi monache siamo spose di Cristo e il mondo ha bisogno della nostra preghiera», dice madre Maria Teresa della Croce di Cristo, di origine ispano portoghese.  «Quando si è innamorati si ha un pensiero fisso sulla persona amata: la mattina si manda un “buongiorno” con un fiorellino tramite un WhatsApp. Così è per le monache: siamo sempre unite a Cristo. In ogni azione quotidiana il pensiero va a Lui e tutto è preghiera. Il segno di questa unione è la gioia, con il nostro sorriso siamo un esempio d’amore», spiega la madre.

Il monastero non è una prigione ma un luogo di grazia e di apertura al mondo. «Qui arriva il grido del mondo che si trasforma in canto grazie all’azione della preghiera», dicono le monache.  «Questo è un tempo senza fondamenta, si vacilla ad ogni minimo cambiamento perché mancano il lavoro e l’amore: i due pilastri della persona. Si sgretolano le famiglie trafitte dalle separazioni. Vediamo una grande carenza d’amore», riferiscono le monache. E ci tengono a sottolineare: «Le nostre parole non sono un giudizio ma solo il racconto di quello che osserviamo».  E la madre ricorda un episodio: «C’era un bambino che mi chiamava “mamma seconda”, perché dopo la separazione dei genitori ero diventata un punto di riferimento». Ci sono carenze affettive molto profonde generate da  tanta leggerezza e superficialità. «Spesso si fanno le cose senza riflettere e ci si dimentica che la vita umana è sacra. Il corpo è un tempio e ha una sua anima», dice madre Maria Teresa della Croce di Cristo.

Ma oggi cosa vi colpisce? «La tristezza. Le persone hanno sempre un’ombra. Abbiamo dimenticato quanto sia importante essere amati e amare: è questa l’essenza della vita e la fonte per un’eterna giovinezza dell’anima », dice la comunità delle monache. «Le persone sono sempre arrabbiate, utilizzano parole offensive, e questo lo vediamo anche negli adolescenti o nei bambini. Si respira un’aria avvelenata a scuola, in famiglia. Siamo immersi in un contesto di grande conflittualità». E la cura? «Servono le vitamine della fede».  La patologia di oggi è «il narcisismo. Esiste solo l’io. Da qui nasce lo squilibrio, che mina la testa e il corpo».

Il monastero in questo contesto è un’oasi in un deserto umano, ed in tanti bussano alla sua porta. « Sono gli affamati d’amore e quelli di cibo. Quando vedono il piatto sono commossi. Spesso basta poco per dare sollievo, ci vuole una mano tesa verso i bisogni dell’altro, verso ogni bisogno», dice la madre. «Cristo è un Divino Medico. Bisogna ritornare a una qualità della vita e delle relazioni. La famiglia deve essere un luogo dove si pratica e si impara l’amore.  E questo è fondamentale in un tempo dominato da una grande povertà. Spesso sono proprio i ricchi a soffrire maggiormente di questa povertà d’amore. Non dimentichiamo che siamo figli della luce. Siamo nati per la gioia e Dio è fonte di felicità inesauribile; quando ci allontaniamo da Lui si vive nel buio e nel dolore».

Una guida è Papa Francesco: «Le sue parole sono illuminazioni. È continuo il suo grido, il suo appello in soccorso di chi ha fame di giustizia». La comunità delle monache guarda anche al contesto politico e sociale. «Bisogna essere attenti a non dimenticarsi del popolo e delle sue necessità. Anche l’economia deve guardare alle persone e al bene, questa è la strada per avere bilanci positivi. Si deve ritornare a un senso di appartenenza al mondo, dove ognuno è responsabile delle proprie azioni e scrive pagine importanti per se stesso e per la collettività».

Per conoscere le riflessioni delle monache: www.monacheordineannunziataceleste.it.

27 novembre 2019