Le Menneadi e il ricordo della “Freccia del Sud”

Allo Stadio di Caracalla la VI edizione dei giochi dedicati a Pietro Mennea. La moglie: «Avrebbe adorato questa manifestazione senza vincitori né vinti»

Ottocento bambini e adolescenti uniti per una giornata di sport, giochi, divertimento per ricordare Pietro Mennea, campione olimpico dei 200 metri piani a Mosca 1980, primatista mondiale della specialità con il tempo di 19.72, record realizzato alle Universiadi del 1979 che tuttora costituisce la migliore prestazione europea. Allo Stadio delle Terme di Caracalla “Nando Martellini” sabato 16 marzo è andata in scena la VI edizione delle “Menneadi”, manifestazione giovanile amatoriale non competitiva di atletica leggera organizzata dalla parrocchia di Santa Prisca e dalla Fondazione Pietro Mennea onlus con la collaborazione della Fidal, in occasione della ricorrenza della scomparsa del velocista, morto prematuramente il 21 marzo 2013.

Divenute ormai una tradizione, le “Menneadi” si confermano un evento di grande richiamo per i piccoli atleti dai 5 ai 13 anni che hanno corso batterie da 50, 80 e 100 metri. Tra una gara e l’altra i bambini hanno seguito sul prato un percorso atletico-ginnico e partecipato a giochi coordinati dagli istruttori delle scuole di atletica leggera del comitato regionale Lazio Fidal. A dare il via alla cerimonia di apertura, l’Inno di Mameli suonato dalla banda musicale della polizia municipale diretta dal maestro Andrea Monaldi, con i bambini che hanno sfilato sotto la tribuna – gremita di parenti – con le loro magliette verdi, bianche e rosse, per ricordare il Tricolore, e blu, per ricordare la bandiera europea.

Le “Menneadi” sono nate per volontà di padre Antonio Truda, parroco di Santa Prisca, e di Manuela Olivieri Mennea, moglie del velocista barlettano, che attraverso la Fondazione Pietro Mennea onlus promuove i valori dello sport che erano tanto cari al campione azzurro soprannominato “Freccia del Sud”, unico duecentista della storia che si sia qualificato per quattro finali olimpiche consecutive. L’intento è quello di «far vivere un forte momento di sport e di aggregazione a tutti i bambini trasmettendo loro quei valori che erano propri di Mennea, grande campione nello sport e nella vita», spiega il sacerdote che conosceva personalmente Mennea, il quale viveva sull’Aventino, a pochi passi da Santa Prisca. Lo ricorda come «una persona semplice e forte che portava avanti l’incontro con i ragazzi, che dovevano sentirsi una famiglia anche nello sport».

Manuela Olivieri Mennea, impegnata a premiare personalmente tutti i bambini che giungevano al traguardo, si è detta certa che l’olimpionico avrebbe «adorato questa manifestazione in cui non ci sono né vincitori né vinti. Amava stare con i bambini, incontrarli nelle scuole per spiegare loro che la cosa importante era partecipare e impegnarsi in quello che si fa».

18 marzo 2019