Le Figlie di San Camillo compiono 130 anni

La nascita della congregazione il 2 febbraio 1892, nella Casa generalizia dei Camilliani, per opera del beato Tezza e della santa Vannini. Il logo celebrativo

Era il 2 febbraio 1982 quando, nella Casa generalizia dei Camilliani, nella chiesa della Maddalena dove morì san Camillo de Lellis, nasceva la congregazione delle Figlie di San Camillo per opera del padre camilliano Luigi Tezza (1841-1923), che la Chiesa ha riconosciuto come beato, e della santa madre Giuseppina Vannini. Compie, dunque, 130 anni l’istituto sorto nel solco dell’ordine die Ministri degli infermi, la cui spiritualità è quella di «testimoniare l’amore sempre presente di Cristo verso i malati, nel ministero spirituale e corporale esercitato anche a rischio della vita», spiegano le religiose.

Nel corso degli anni la congregazione è cresciuta e oggi opera in 23 Paesi sparsi in 4 continenti: Italia, Germania, Polonia, Spagna, Portogallo, Ungheria, Georgia, Argentina, Brasile, Perù, Colombia, Messico, Cile, Paraguay, Cuba, Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Togo, Mali, India, Filippine e Sri Lanka. Molteplici sono i campi di attività nei quali è presente: ospedali, ambulatori, dispensari, case per anziani, assistenza a domicilio, lebbrosari e missioni. Nello spirito della madre Vannini poi l’Istituto si è aperto verso nuove frontiere: i senza fissa dimora, i malati di Aids, i bambini di strada. E nei Paesi in via di sviluppo, nel corso degli anni, si è creata una rete di sussidi sanitari che rispondono ai bisogni della gente locale con visite regolari ai villaggi, centri nutrizionali e distribuzione di medicine.

Tra gli impegni delle religiose, prioritaria la direzione di scuole infermieristiche per preparare operatori e operatrici sanitarie «secondo lo spirito della santa Vannini», offrendo una formazione clinica, umana e spirituale. In queste scuole, «l’Istituto intende trasmettere, a quanti operano nel mondo della salute, quello spirito di carità evangelica che il Figlio di Dio con il suo esempio ha insegnato: «Curate i malati e dite loro: è vicino a voi il Regno di Dio», affermano dalla congregazione.

In occasione del 130° anniversario è stato realizzato anche un logo celebrativo, nel quale al centro campeggia in grande il numero 130, a indicare gli anni trascorsi dal primo giorno di fondazione dell’Istituto. Lo zero, di colore rosso, raffigura stilizzato un braccio con una mano tesa, a indicare «la mano di Dio che sostiene, guida, sorregge l’Istituto ed è garanzia del mandato divino e protezione (Poiché la mano del Signore, suo Dio, era su di lui, Es 7,6.9) ed, allo stesso tempo, anche segno di benedizione (La mano del nostro Dio è su quanti lo cercano, per il loro bene, Es 8,22)». Per le Figlie di San Camillo questa grande mano rossa «è la mano divina che ha condotto la madre Vannini ad incontrare il padre Tezza e ha sostenuto i primi passi delle nostre sorelle all’inizio dell’Istituto. Quella che ha provveduto a ogni nostro bisogno e ha gettato i semi della presenza delle Camilliane in tutto il mondo», riflettono. Ancora, «è la mano divina che ha portato ogni figlia di san Camillo in questo ovile con amore e misericordia e ha elevato i fondatori agli onori degli altari, che ci ha protetto da tanti pericoli e anche dalla terribile malattia del Covid. Spesso  – concludono – ci fermiamo a contemplare le opere delle nostre mani e dimentichiamo di riconoscere la mano di Dio che opera attraverso le nostre per curare, accarezzare, aiutare e guarire le persone attorno a noi; questo evento ci invita ancora di più ad affidarci nelle mani di Dio “perché coloro che lasciano ogni cosa nelle Mani di Dio, finiranno per vedere la mano di Dio in ogni cosa”».

2 febbraio 2022