Le famiglie romane al Divino Amore, in cammino verso l’Incontro mondiale

La Messa presieduta dal vescovo Gervasi, delegato diocesano per la pastorale familiare: «La comunione tra le persone è più forte anche della guerra». La catechesi di don Fabio Rosini (Servizio vocazioni) e il saluto di don Criscuoli (Centro diocesano pastorale familiare)

Tante le famiglie romane che ieri mattina, 6 marzo, hanno preso parte alla giornata di condivisione e riflessione proposta dal Centro diocesano per la pastorale familiare al Santuario del Divino Amore in vista dell’Incontro mondiale delle famiglie che si terrà a Roma dal 22 al 26 giugno. «La vostra presenza ci dà forza, voglia e coraggio di continuare a camminare insieme verso questo speciale appuntamento proposto da Papa Francesco», ha detto con gioia a tutti i presenti il vescovo Dario Gervasi, delegato diocesano per la pastorale familiare, che ha presieduto la celebrazione eucaristica.

In particolare nella sua omelia il presule ha proposto nella prima domenica di Quaresima «la strada indicata da Cristo, una strada bellissima, quella che ci porta alla vera pace, che non è solo l’assenza della guerra». Commentando infatti il Vangelo di Luca relativo alle tentazioni di Satana a Gesù nei 40 giorni nel deserto e notando come «il demonio cerca prima di tutto di dividere e allontanare da Dio», Gervasi ha ricordato che «il Signore dà fiducia e speranza anche nei momenti più bui», per questo occorre sempre, anche nel dramma e nel dolore, «guardare al bene più alto e grande della comunione tra noi» e alla «Parola di Dio, che è ciò che ci unisce». Ripensando a una delle immagini giunte sui nostri schermi di tv e telefonini dalla guerra in Ucraina, il vescovo ha sottolineato come «quella mamma ucraina che dà da mangiare a un giovane soldato russo catturato ci dice che ha visto in lui prima di tutto un figlio», a riprova del fatto che «la comunione tra le persone è più forte anche della guerra». Ancora, Gervasi ha detto che «la strada vera che ci propone Cristo», in contrapposizione a quella «del prestigio, del potere e dell’attenzione al proprio benessere» suggerita dal diavolo, «è quella dell’umiliazione, cioè quella dell’amore e del servizio», laddove «Cristo stesso si è fatto servo».

La seconda parte della mattinata ha visto l’intervento di don Fabio Rosini, direttore del Servizio diocesano per le vocazioni, che ha proposto una catechesi su “L’amore familiare: vocazione e via di santità”, il tema scelto per il X Incontro mondiale delle famiglie. «La famiglia è una via di santità – ha spiegato il sacerdote – perché la vita stessa lo è, la vita di tutti gli uomini e di tutte le donne, però va chiarito che santo è solo Dio» perché «è ciò che è altro ma non in quanto alto, straordinario o misterioso ma in quanto nitido, diversificato, oltre la confusione e l’ambiguità». Allora «il processo della santità – ha chiarito Rosini – è un processo di determinazione, di delimitazione dell’ambiguità nella nostra vita», che prevede di «lasciare andare qualcosa che non è buono ma che scivola comunque dentro la vita e dentro la famiglia cioè l’avidità, l’avarizia e la ricerca del piacere». Ancora, Rosini ha sottolineato che «per la santità, che è un’opera di Dio in noi, non nostra, c’è bisogno di povertà, di lasciare andare qualcosa», infatti «l’amore non è “economico”, con l’amore si va sempre in perdita». Da qui la considerazione secondo cui «al sacramento del matrimonio è Dio che chiama e chiama a generare una piccola Chiesa: questo è essere una famiglia». Fondamentale, allora, riconoscere che «ci si sposa sempre in tre perché è Dio la radice di un matrimonio, lo è già nel fidanzamento»; per questo «se vuoi salvare un matrimonio devi tornare alla radice, all’origine, al dna del matrimonio stesso cioè tu devi vedere Dio operare». In conclusione Rosini ha evidenziato come «la santità non è statica ma in movimento perché la vita stessa lo è e il punto è sempre non dove sei ma dove stai andando».

La mattinata di condivisione è stata dunque l’occasione «per incoraggiare le famiglie romane in questo percorso di avvicinamento all’Incontro mondiale di giugno», come ha spiegato nel suo saluto don Dario Criscuoli, direttore del Centro diocesano per la pastorale familiare, che ha ricordato anche l’appuntamento del «pellegrinaggio per le famiglie del prossimo 29 maggio, da San Giovanni in Laterano a Santa Maria Maggiore, per affidare tutte le famiglie alla Salus Populi Romani». Dopo di lui, Gigi De Paolo e la moglie Anna Chiara Gambini, membri dell’equipe che opera per l’organizzazione dell’Incontro mondiale, hanno invitato e sollecitato «a coinvolgere le parrocchie vivendo questo appuntamento come una vera occasione e non come un impegno in più».

7 marzo 2022