Le emozioni «come il sale»: l’importanza dell’autoregolazione

In crescita le situazioni aggressive. Necessario un equilibrio fra gli stimoli che minacciano la capacità di rispondere agli eventi, pena il rischio di sviluppare disturbi comportamentali

Da anni, e anche in quest’ultimo periodo, si sente parlare di situazioni estremamente violente ed aggressive – come ad esempio “baby-gang”, violenze sessuali di gruppo, ecc. – come di un fenomeno in crescita. Anche nel nostro quotidiano, si assiste facilmente a scene di perdita dell’autocontrollo davanti a situazioni all’apparenza “futili”. Sembra che, in questi casi ed in situazioni estreme, l’espressione delle frustrazioni ed il bisogno di autoaffermazione abbia trovato un modo disadattivo ed antisociale di esprimersi. Le recenti continue ed incombenti sollecitazioni provenienti da fattori ambientali (Covid, post-Covid, guerra, caro vita e così via) e fattori personali (risposte ai propri bisogni) ci costringono a dover cercare urgenti modalità di risposta adattative ed adeguate, minacciando la soglia di tolleranza. È dalla nascita che ci viene chiesto di essere tolleranti: la presenza di un fratello, un compagno manesco, l’osservanza delle regole e così via; insieme a noi, cresce tale richiesta esterna e spesso il vissuto emotivo associato risulta frustrante, passivizzante e fuori controllo.

Nella pratica clinica mi capita di ascoltare persone che hanno messo in campo atteggiamenti adeguati e resilienti rispetto alla gestione del Covid e poi sono andate in “corto circuito” nel seguire l’andamento della guerra in Ucraina; come se la soglia di tolleranza si fosse drasticamente abbassata. In realtà, il vissuto negativo non deriva sempre e solo dall’evento scatenante ma anche come il risultato di una rappresentazione soggettiva dell’evento. Sarebbe auspicabile cercare e trovare un equilibrio fra gli stimoli che minacciano la nostra capacità di rispondere agli eventi e il riconoscere gli strumenti e le abilità in noi presenti per affrontare la quotidianità. È stato coniato il vocabolo “mastery” che significa “padronanza” per descrivere uno stato di equilibrio, regolazione emotiva e sensazione di avere il controllo sul proprio stato mentale.

A questo punto, la capacità di riconoscere, autoregolare e controllare le emozioni, i desideri e il comportamento diventa fondamentale nell’adattamento dell’individuo all’ambiente e alle relazioni sociali; al contrario, si potrà presentare una tendenza a sviluppare disturbi comportamentali. Quindi, sembra che sia addebitabile all’autoregolazione la costruzione di stili di vita che promuovano la capacità di mettere in atto comportamenti alternativi ed efficaci nel trovare le risorse necessarie. Per favorire lo sviluppo delle capacità di autoregolazione e per rinforzare la gestione delle condotte e delle abitudini, sarà importante imparare a conoscere sé stessi e come si esprimono le proprie emozioni. Tale conoscenza emotiva, aiuta ad “usare” le emozioni per vivere meglio. Al contrario, se ciò non avviene, sembra più probabile mostrare chiusura in sé stessi, problemi sociali, difficoltà nell’attenzione e nella riflessione e, da ultimo, delinquenza o aggressività.

Tra le forme di intelligenza, è stata inserita anche l’intelligenza emotiva che si manifesta con la consapevolezza e conseguente gestione di sé e dei rapporti sociali. Nell’autoconoscenza sarà importante, ad esempio, essere orientati verso il risultato e quindi chiedersi cosa voglio e come ottenerlo: fermarsi, calmarsi e pensare prima di agire; esporre il problema ed arrivare a capire come ci si sente, fissare uno scopo positivo, pensare a situazioni diverse ed alle loro conseguenze e provare il “piano” ritenuto migliore. Attenzione e consapevolezza risultano utili nella gestione dello stress e delle emozioni in generale. Mi piace citare una frase che ho sentito e mi ha colpito per la sua immediatezza: «Le emozioni sono come il sale, bisogna imparare a dosarle».

Ogni momento di crisi implica la necessità di un cambiamento e la disponibilità individuale a mettere in discussione le vecchie strategie di gestione delle difficoltà, con azioni ed emozioni maggiormente appropriate al caso. È fondamentale il diritto di agire in modo da difendere il proprio valore e la propria dignità senza ledere l’integrità dell’altro. (Lucia Calabrese, psicoterapeuta)

27 aprile 2022