Le “Cronache di ordinario razzismo” raccontate da Lunaria

Nel libro bianco il racconto di 5.340 violenze verbali, 901 violenze fisiche, 177 danneggiamenti alla proprietà, 1.008 casi di discriminazione, tra il 1° gennaio 2008 e il 31 marzo 2020. In 663 casi i protagonisti delle offese pubbliche erano figure istituzionali

Negli ultimi giorni le cronache nazionali sono tornate a parlare di gravi aggressioni verbali e fisiche a sfondo razziale. Vittime la 23enne Beatrice Ion della nazionale italiana di basket paralimpico, attaccata con violenza ad Ardea, vicino Roma, e un venditore di rose bengalese spinto nel Naviglio a Milano. Storie di ordinaria follia che mettono in luce come sentimenti di odio e di intolleranza sono ancora presenti e attivi in Italia. Vicende che si sommano ai 7.426 casi di razzismo registrati tra il 1° gennaio 2008 e il 31 marzo 2020 documentati in “Cronache di ordinario razzismo. Quinto libro bianco sul razzismo in Italia” curato dall’associazione Lunaria e presentato in streaming ieri sera, 14 luglio.

Presentazione del Quinto Libro Bianco sul razzismo in Italia, ass. Lunaria, 14 luglio 2020

I dati riportati nel libro bianco non si riferiscono a statistiche ufficiali ma riguardano le sole segnalazioni giunte a Lunaria da parte delle vittime, dei testimoni, di altre associazioni o estrapolate dalla stampa. Ma sono comunque numeri che fanno riflettere. Nello specifico, si legge nel documento pubblicato online, si tratta di 5.340 violenze verbali – espresse anche in eventi pubblici contro i migranti, i richiedenti asilo e i rifugiati -, 901 violenze fisiche, 177 danneggiamenti alla proprietà, 1.008 casi di discriminazione. In 663 casi i protagonisti delle offese pubbliche erano figure istituzionali (politici o amministrativi). Intento del volume è quello «di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica», ha detto Grazia Naletto di Lunaria, che nel suo intervento ha parlato di «razzismo istituzionale» legato al fenomeno migratorio. «Tra i pacchetti di sicurezza adottati dai governi Berlusconi IV, Gentiloni e Conte ci sono similitudini – ha rimarcato -, la chiave centrale è stringere un nesso stretto tra la presenza dei migranti e l’evoluzione del fenomeno della criminalità».

Soffermandosi anche sulle proteste del movimento Black lives matter nato in seguito all’uccisione di George Floyd da parte della polizia Usa, il sussidio prende in analisi anche la responsabilità degli operatori dell’informazione, che in alcuni casi «prendendo anche clamorosi abbagli», come ha evidenziato Paola Barretta dell’associazione Carta di Roma, che hanno dato vita alla caccia alle streghe. Sono stati ricordati il delitto di Novi Ligure, la strage di Erba e l’omicidio del brigadiere Mario Cerciello Rega, dove in prima battuta i rispettivi responsabili sembravano essere albanesi, il tunisino Azouz Marzouk e migranti nordafricani. Le indagini hanno poi dimostrato tutt’altro. «Eventi e delitti accomunati dalla cosiddetta “etnicizzazione” delle notizie, che ha portato al codice deontologico – ha aggiunto Barretta -. Questa è un’ombra che permane ancora oggi, si favorisce il clima della legittimazione della discriminazione. Si stabilisce cioè una sorta di assuefazione al fatto che alcune nazionalità hanno maggiore propensione a commettere delitti rispetto ad altre».

Razzismo in Italia 2008-2019, (casi documentati da Lunaria 2020)
Razzismo in Italia 2008-2019, (casi documentati da Lunaria 2020)

Sul tema dell’hate speech sempre più diffuso, specie online, si è soffermata Paola Andrisani di Lunaria, rimarcando come spesso anche la politica fa ricorso a discorsi d’odio per riscuotere consensi. «Bisogna spostare l’attenzione su chi odia – ha detto -. Oggi è cambiata la figura dell’odiatore, che è molto più esplicito, ha voglia di farsi riconoscere e soprattutto si sente legittimato dal contesto sociale in cui vive». A tal proposito ha ricordato il caso «della lapidazione social» ai danni di Carola Rackete e non sono state trascurate le aspre reazioni e gli insulti rivolti sui social a Silvia Romano per la sua conversione.

Durante l’incontro, moderato dalla giornalista Eleonora Camilli di Redattore Sociale, è stato anche ricordato che ogni emergenza ha il suo nemico da combattere e con il Covid-19 non sono mancate le aggressioni ai cittadini cinesi o alle recenti violenze contro bengalesi e le forti tensioni a Mondragone. Per Giuseppe Faso è imperativo «fare un capillare lavoro educativo – culturale perché spesso si confonde la “percezione” del pericolo con la realtà dei fatti. Anche i documenti ufficiali vigliaccamente rappresentano una percezione distorta della realtà e si dà credito alla rappresentazione sociale».

15 luglio 2020