Le comunità energetiche, “sfida” al caro bollette

L’incontro di apertura dell’anno dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale. L’incaricato Pesce: «Il nuovo governo non potrà non occuparsi di queste tematiche»

Le comunità energetiche per contrastare il caro bollette e l’economia circolare per ridurre al minimo lo spreco e i rifiuti. Due modelli virtuosi su cui puntare per favorire la sostenibilità ambientale che sono stati al centro dell’incontro promosso dall’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Roma, che quest’anno si soffermerà su “La nostra casa comune. Come custodirla per prenderne cura”. Svoltosi ieri sera, 26 settembre, nella sede della Fondazione don Luigi di Liegro, alla Centrale Montemartini, l’appuntamento è coinciso con una «giornata molto importante per il nostro Paese che tra poche settimane avrà il nuovo governo, il quale non potrà non occuparsi di queste tematiche più che urgenti che richiedono un cambiamento culturale», ha detto monsignor Francesco Pesce, incaricato dell’Ufficio diocesano, nell’introduzione dal tema “Cammini di conversione, dalle buone prassi alla buona politica”. La diocesi di Roma, ha ricordato, «si sta impegnando molto in merito alle comunità energetiche».

Su cosa sono le comunità energetiche, come costituirle e quali i vantaggi si è soffermato Andrea Micangeli, docente di Ingegneria energetica alla Sapienza. Una comunità energetica è costituita da un insieme di cittadini il cui numero è variabile – da poche unità a centinaia – che condividono l’energia autoprodotta da fonte rinnovabile, per esempio da un impianto fotovoltaico, per garantire il loro fabbisogno energetico simultaneo. «Con gli attuali rincari delle bollette – ha spiegato -, l’energia autoprodotta e autoconsumata è quella che vale più di tutte. Creare comunità energetiche è un diritto dei cittadini previsto da una legge europea e da una italiana».

Tra gli incentivi non c’è solo un’importante riduzione in bolletta. «C’è un bonus versato nella cassa comune della comunità energetica – ha spiegato Micangeli -, che l’associazione può utilizzare per vent’anni o per il singolo socio o per progetti ambientali, culturali, sociali, per la crescita della comunità». Un’idea può essere quella di coinvolgere le parrocchie per creare un legame ancora più forte con il territorio.

“L’economia circolare, via alla sostenibilità” è il tema trattato da Alessandra De Santis dell’associazione “A Sud Ecologia e Cooperazione” onlus. «Una delle strategie dell’economia circolare è il riciclo dei materiali – ha affermato -. Il problema non si limita all’eccessiva produzione di rifiuti ma anche alla mancanza di risorse. È importante capire che l’economia circolare cerca di dare una soluzione non solo allo smaltimento dei rifiuti ma all’ottimizzazione delle risorse di cui abbiamo bisogno». Tra gli esempi forniti per evitare sprechi e attuare l’economia circolare c’è la condivisione, per esempio degli attrezzi fai da te, il riutilizzo, la riparazione di alcuni prodotti per estenderne il ciclo di vita. «Si potrebbe pensare di attivare centri di riuso in ogni municipio di Roma», la proposta di De Santis.

27 settembre 2022