Le Comunità ebraiche scrivono a Conte: basta odio

Dopo il voto di fiducia del Parlamento, l’Ucei si rivolge al premier e alla sua squadra di governo: «Serve un’azione forte e incisiva a tutela dei valori fondamentali»

L’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei) scrive al premier Conte, dopo che il Parlamento ha votato la fiducia, consegnando così l’effettiva pienezza dei poteri al suo esecutivo. Un messaggio di congratulazioni, certamente, ma anche una veloce disamina della sfide che attendono il Paese, «alcune delle quali particolarmente faticose e complesse» -, per le quali «auspichiamo concretezza e convergenza di intenti tra le diverse formazioni che hanno scelto di partecipare a questo esecutivo». Il presupposto è la considerazione che «ogni azione debba fondarsi sul rispetto di principi e valori imprescindibili, partecipando a una costruzione europea che ridefinisca il concetto di solidarietà tra i popoli e le nazioni».

Anzitutto, le Comunità ebraiche consegnano al premier il mandato a «un’azione forte e incisiva a tutela dei valori fondamentali, con un approccio concreto sul tema dell’immigrazione, che vada dall’accoglienza fino all’integrazione, che intervenga efficacemente sul dilagante fenomeno dell’odio e delle discriminazioni basate su concetti e distinguo inammissibili di “razza”, di genere e di religione, che ponga la cultura e l’educazione alla convivenza alla base di ogni percorso formativo». Va in questa direzione, in qualche modo, anche il richiamo all’importanza di «una reale consapevolezza storica a ogni livello, istituzionale e di governo locale, di saper elaborare il proprio vissuto e definire coerentemente il proprio futuro».

Ancora, tra le sfide indicate c’è quella relativa a giovani e giovanissimi, sulle cui competenze è necessario investire: «Investire sull’educazione – si legge nel messaggio -, per sognare attraverso di loro di poter innovare, ma anche preservare il lascito di scienza e conoscenza maturata nei secoli. È peraltro proprio questo – prosegue la nota – il messaggio più intenso che desideriamo condividere nella prossima Giornata europea della Cultura ebraica che celebreremo il prossimo 15 settembre. Il richiamo alla storia recente e alla memoria crediamo possa costituire sempre un punto fermo e un riferimento forte soprattutto per le giovani generazioni».

Da ultimo, i rappresentanti delle Comunità ebraiche sottolineano il richiamo – «giustamente evocato dal presidente del Consiglio» – alla laicità dello Stato come «principio supremo e imprescindibile»: deve essere, affermano, «un monito, in una civiltà moderna e consapevole delle preziose diversità che al suo interno conserva».

12  settembre 2019