Lazio approva legge sui servizi sociali

Il presidente Zingaretti: «Ora welfare più efficiente». Monsignor Feroci, Caritas Roma: «Ottimo passo avanti, creare politiche integrate»

Il presidente Zingaretti: «Ora welfare più efficiente». Monsignor Feroci, Caritas Roma: «Ottimo passo avanti, creare politiche integrate» 

Approvata, da parte del Consiglio regionale del Lazio, la legge sui servizi sociali. Ad annunciarlo è stato, lo scorso 16 luglio, il presidente Nicola Zingaretti che ha parlato di «riforma storica». «Con questa legge – ha spiegato – riorganizziamo l’intera rete dei servizi sociali regionali rendendoli più efficienti ed efficaci sotto il profilo della gestione, della programmazione e della spesa, con una maggiore attenzione ai bisogni delle persone più deboli sia dal punto di vista sociale che sanitario».

Fissate le tipologie di prestazioni
essenziali, la legge introduce il concetto di gestione associata dei servizi sociali, potenziando organismi e uffici dei distretti socio-assistenziali. Strumento privilegiato della programmazione delle politiche sociali sul territorio del Lazio sarà il Piano sociale regionale. Nasce, inoltre, il Sistema informativo dei servizi sociali della Regione (Siss). Comuni associati e Asl saranno obbligati ad adottare una specifica convenzione per l’integrazione socio-sanitaria. È promossa non solo l’integrazione tra i servizi, tra i Comuni, ma pure quella tra gli interventi sociali e quelli sanitari a livello di programmazione, organizzazione, erogazione e finanziamento.

L’approvazione della legge è stata commentata anche dal direttore della Caritas di Roma, monsignor Enrico Feroci: «si tratta di un ottimo passo avanti verso la definizione di una struttura normativa con la quale sarà possibile realizzare politiche integrate che eliminino la divisione dei beneficiari in categorie, ma che riconoscano come diritti per tutti l’assistenza sanitaria, l’alloggio, l’integrazione sociale e lavorativa, il diritto allo studio».

In particolare, monsignor Feroci ha ringraziato la Giunta e i consiglieri regionali per aver posto tra i beneficiari della “presa in carico” della rete integrata i soggetti più fragili «così come avviene naturalmente all’interno di ogni famiglia»: tra questi i minori, le vittime del gioco d’azzardo patologico e le persone con disagio psichico, in particolare quelle dimesse dagli ospedali psichiatrici giudiziari.

 

18 luglio 2016