L’Aula Paolo VI compie 50 anni, ha accolto 12 milioni di persone

Fu inaugurata il 30 giugno 1971 da Papa Montini e prese il suo nome per volontà di Giovanni Paolo II. Un libro ricorda l’invito a «osare» rivolto a Nervi

«Non è che amore di potenza o di fasto ispirasse il disegno del nuovo edificio: voi vedete che nulla qui dice orgoglio monumentale, o vanità ornamentale; ma l’esigenza delle cose e ancora più delle idee, che qui si realizzano, reclama pensieri grandi e ispirati in sosta in questo luogo, e concezioni non meno grandi e ardite in chi doveva esprimere le dimensioni». Così Paolo VI presentava, il 30 giugno 1971, la nuova Aula delle udienze generali che prese il suo nome sette anni dopo per volontà di Giovanni Paolo II. Era la prima udienza di Papa Montini nella grande sala realizzata da Pier Luigi Nervi. «Noi stessi lo abbiamo, al principio, incoraggiato ad “osare”, ben sapendo come egli avesse genio e virtù per tale impresa», confessò Paolo VI in tale occasione.

Erano passati sette anni dal giorno in cui, nel maggio 1964, Papa Montini, nel primo incontro con Nervi, gli aveva rivolto l’invito a costruire un luogo adatto per accogliere le folle sempre più numerose di fedeli e pellegrini, incoraggiandolo «a tentare opera non meschina o banale, ma cosciente della sua privilegiata collocazione e della sua ideale destinazione». A cinquant’anni dall’inaugurazione dell’Aula, che ha ospitato poi negli anni anche concerti e incontri, lo ricorda un libro intitolato “La Chiesa deve osare” curato da monsignor Leonardo Sapienza, rogazionista, reggente della Prefettura della Casa Pontificia (Edizioni VivereIn), arricchito da numerose immagini che vanno dall’andamento dei lavori nel corso degli anni ’60 fino al pranzo di Papa Francesco con i poveri, alla somministrazione del vaccino anti-Covid ai poveri nel gennaio scorso e all’impianto fotovoltaico completato nel 2008 sul tetto.

Si stima che in mezzo secolo, nelle udienze e nelle altre occasioni alla presenza di Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, vi siano entrati oltre 12milioni di persone. Un popolo variegato che ha potuto ammirare l’opera di Nervi di cui Papa Wojtyla esaltò «eleganza e arditezza, armonia e funzionalità».