L’attentato alla sinagoga di Roma in un docufilm «tristemente attuale»

La presentazione al Centro ebraico italiano, nei primi giorni della nuova guerra scatenata dall’attacco di Hamas a Israele. Il ministro Piantedosi (Interni): «Vicinanza a Israele»

A 41 anni esatti dall’attentato che ha sconvolto la Comunità ebraica di Roma, è stato presentato ieri sera, 9 ottobre, nella sede de “Il Pitigliani”, Centro ebraico italiano, il documentario “9 ottobre 1982, Attacco alla sinagoga”. Prodotto da Golem Multimedia con Rai Documentari, scritto da Giancarlo De Cataldo e Davide Borraccetti (che ne è anche regista), con la colonna sonora di Nicola Piovani e un brano inedito di Ennio Morricone, il docufilm andrà in onda il prossimo 16 ottobre in seconda serata su Rai1. È un’opera sulla memoria di quel giorno di estrema violenza che provocò molti feriti e la morte del piccolo Stefano Gaj Tachè, di soli due anni. Un documentario per non dimenticare una strage che oggi, nel quarto giorno della nuova guerra tra Israele e Hamas, suona tristemente attuale.

A portare «la vicinanza e la solidarietà del governo e dello Stato a Israele, alla Comunità ebraica internazionale e nazionale», il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha parlato dell’«orrore che abbiamo visto» come di un «attacco terroristico», come «può essere definito quando ci si accanisce in modo volutamente atroce nei confronti di civili inermi». Anche il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni ha spiegato che «quello che vedremo in questo film ci deve far pensare a quello che potrebbe succedere nei prossimi giorni. Perché se il conflitto avrà un’esacerbazione, questo clima potrebbe ricrearsi. Quello che sta succedendo adesso in Israele è motivo di grande dolore e preoccupazione». Ha poi ringraziato «i vertici dello Stato presenti per l’attenzione e la disponibilità mostrate in queste ore così drammatiche» e ha chiesto loro di «seguire gli eventi, perché siamo in un momento delicato, e quello che vedremo in questo documentario ce lo dimostrerà».

Anche lui è tra gli intervistati del documentario, prodotto dal giornalista David Parenzo, che ha ricordato come «la storia del 9 ottobre 1982 è stata per troppi anni vissuta come un lutto quasi privato dalla Comunità ebraica di Roma. Basta guardare questo documentario – ha aggiunto – per osservare come purtroppo qualcosa torna». Ha spiegato di aver «provato a far risaltare il contesto storico politico dell’epoca»: un «clima che si sta ripetendo». Maurizio Molinari, direttore di Repubblica, era presente alla Sinagoga quel tragico sabato di ottobre e lo racconta in questo documentario che ha definito «importante per tutti i cittadini italiani e per tutti coloro che amano la nostra Costituzione». Importante per l’«identità», per la «memoria» e perché «consente di trasferirla al digitale».

Alle numerose autorità presenti – tra cui il vicepresidente della Camera Maurizio Gasparri, il prefetto Lamberto Giannini e l’assessore alla Cultura del comune di Roma Miguel Gotor – è andato il grazie di Victor Fadlun, presidente della Comunità ebraica di Roma, che ha parlato di «un giorno molto difficile» per la Comunità. «Il destino – ha osservato – fa sì che il ricordo dell’assassinio brutale di Stefano Gaj Tachè e il ferimento in modo molto grave di quaranta civili ignari, italiani ebrei che stavano andando a recitare le preghiere della fine della festività, cade negli stessi giorni in cui Israele subisce un attacco durissimo di una efferatezza inaudita ».

Tra i testimoni di 41 anni fa, Sandro Di Castro, ferito nell’attentato, Daniela e Gadiel, madre e fratello di Stefano, i giornalisti Paolo Graldi, Francesco Grignetti, Paolo Mieli e Massimiliano Coccia, che contribuiscono a rendere chiaro e articolato il contesto storico/politico in cui avvenne la strage, le faticose indagini e le ipotesi giudiziarie ancora senza verità. Il risultato: un lavoro che, nelle parole del direttore di Rai Documentari Fabrizio Zappi, «si inserisce perfettamente nella nostra linea editoriale di scavo nella memoria del Paese, affinché possa diventare il più possibile condivisa ». Intervistato nel documentario anche Riccardo Pacifici, ex presidente della Comunità ebraica di Roma, il cui padre rimase gravemente ferito nell’attentato. Egli ricorda, insieme alla mamma Daniela, i funerali del piccolo Stefano, seguiti da migliaia di persone, tra cui il presidente della Repubblica Sandro Pertini, dopo colloqui con l’allora rabbino capo Elio Toaff.

È un lavoro sulla memoria, quello offerto da “9 ottobre 1982”, doloroso ma necessario, rilanciato nel 2015 dal presidente Mattarella, che parlò del piccolo Stefano nel suo discorso di insediamento. Il capo dello Stato «conosce il peso, il danno, la ferita del terrorismo – spiega Molinari – e comprende che questo bambino nella sua morte significa qualcosa di più ampio, che riguarda non solo tutti gli ebrei, ma la comunità italiana nell’insieme». Nel discorso di quel giorno, Sergio Mattarella disse: «Era un nostro bambino, un bambino italiano».

10 ottobre 2023