Latina: morto il bracciante indiano amputato e abbandonato

Era stato ricoverato al San Camillo in gravi condizioni. Tripodi (Consiglio Lazio): commissione ad hoc contro il caporalato. I sindacati: «Tragedia intollerabile»

«Apprendo con profondo cordoglio che Satnam Singh il 31enne bracciante indiano rimasto gravemente ferito con l’amputazione di un braccio a seguito di un incidente sul lavoro accaduto lunedì scorso, 17 giugno, nelle campagne di Latina, non ce l’ha fatta». Ne dà notizia Orlando Tripodi, presidente commissione Lavoro del Consiglio regionale del Lazio, con una nota che porta la data del 19 luglio. «L’uomo era stato ricoverato in gravissime condizioni al San Camillo di Roma, dove è morto, dopo che era stato scaricato fuori alla sua abitazione insieme alla moglie anziché essere portato in ospedale – scrive Tripodi. Sono amareggiato e presto convocherò una commissione ad hoc per arginare il fenomeno del caporalato. Auspico una pena esemplare per chi invece di soccorrere quest’uomo lo ha scaricato senza pietà. Il caporalato è una piaga che dobbiamo combattere tutti insieme, senza distinzioni politiche e ideologiche, dignità deve essere la parola d’ordine. Adesso è il momento della preghiera per lui e per i suoi cari ai quali sarà assicurata tutta l’assistenza del caso», conclude.

«Era in corso a Borgo Hermada, nel cuore dell’Agro Pontino, la conferenza stampa di lancio della campagna nazionale della Flai Cgil “Diritti in campo”, che si svolgerà nei prossimi mesi partendo proprio da Latina lunedì 24 giugno, quando è arrivata la notizia drammatica della morte di Satnam Singh, il bracciante indiano ferito e abbandonato sulla strada con un arto amputato lunedì scorso», si legge in una nota la Flai Cgil. «Una notizia che fino all’ultimo speravamo non giungesse – dichiara Silvia Guaraldi, segretaria nazionale della Flai Cgil, presente alla conferenza stampa -. Una morte assurda, maturata in un contesto abominevole di sfruttamento e totale mancanza di umanità e rispetto per la vita. Innanzitutto ci stringiamo alla moglie ancora sotto shock per quanto avvenuto, e chiediamo sia fatta giustizia per questo orrore intollerabile. Con ancor più convinzione partiremo con la campagne “Diritti in Campo” con le nostre “Brigate del Lavoro” pronte a presidiare il territorio e dare sostegno e voce ai tanti, troppi lavoratori e alle tante, troppe lavoratrici che si spezzano la schiena per portare il cibo sulle tavole degli italiani senza aver in cambio neppure il rispetto della loro dignità. Nelle prossime ore – prosegue – definiremo una mobilitazione a sostegno della tutela dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici dei campi affinché orrori come questi non si ripetano mai più. Come Flai Cgil da oltre 15 anni siamo in prima linea nel contrasto del caporalato, spesso inascoltati, derisi o addirittura tacciati di catastrofismo. Continueremo la nostra lotta per la dignità del lavoro e contro lo sfruttamento affinché la piaga del caporalato venga debellata».

Nelle parole del sindaco di Latina Matilde Celentano, «sgomento per la morte del bracciante, vittima di un incidente sul lavoro avvenuto il 17 giugno scorso a borgo Santa Maria. Il giovane uomo rimasto gravemente ferito era stato poi abbandonato in strada anziché soccorso. Adesso più che mai, di fronte alla notizia del decesso, che mi addolora profondamente, accolgo la richiesta che mi è arrivata dall’intero consiglio comunale di promuovere, ove ne ricorrano i presupposti, la costituzione di parte civile del Comune di latina al futuro processo. L’episodio avvenuto nella nostra città – rimarca – costituisce una violazione dei diritti umani fondamentali, della dignità umana e delle norme inerenti la sicurezza dei lavoratori. Nell’esprime cordoglio alla famiglia del bracciante deceduto, anche da parte dell’amministrazione comunale tutta, sarà mio impegno affinché il comune si faccia fautore assieme a tutte le altre istituzioni, enti e organismi coinvolti della lotta al caporalato, divenuto ormai una vergognosa piaga».

Anche per Enrico Coppotelli, segretario generale Cisl Lazio, «deve finire questa mattanza, questa continua scia di sangue. La giornata odierna è una giornata tremenda e una sconfitta assoluta per tutti e per le famiglie che continuano a piangere morti. Si esce di casa per lavorare non per morire». Nella stessa giornata in cui è arriva la notizia del decesso del bracciante di Latina infatti un altro incidente ha causato la morte di un operaio a Ceprano, colpito in testa da una trave di ferro. «Dobbiamo continuare con una grande azione di sensibilizzazione delle imprese e dei lavoratori, facendo anche una grande pressione sociale nei confronti delle istituzioni. Bene l’ordinanza del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca che limita il lavoro nelle giornate più calde per i lavoratori a rischio. Un primo passo importante per fermare gli infortuni sul lavoro dovuti all’emergenza caldo. Su questa strada dobbiamo continuare per fermare questa lunga, inaccettabile scia di sangue», conclude il sindacalista.

20 giugno 2024